Palcoscenico da cui gridare la propria omofobia, il sito ultracattolico Pontifex pubblica stavolta un’intervista a una vecchia conoscenza delle associazioni lgbt, lo psichiatra Francesco Bruno. Noto anche per le sue numerose apparizioni a Porta a Porta quando vengono trattati casi di cronaca nera, Bruno torna ad esprimere la sua posizione sull’omosessualità come malattia, al pari della disabilità.
"Quando i colleghi americani – dice Bruno – hanno sdoganato l’omosessualità dalle patologie, hanno fatto un grave danno e io sono contrario a quanto sostiene l’Organizzazione Mondiale della sanità. L’omosessuale, al quale va dato ogni rispetto, è clinicamente un malato, ovvero soffre di un disturbo patologico che lo altera. Inutile che questi signori vogliano convincerci che i normali siano loro. Ma sono sostenuti, parlo fuor di metafora, da lobbies potenti e forti"
Inoltre, "chi dice che padre e madre sono contenti o accettano la diversità del figlio, mentono sapendo di mentire. Per due genitori, sapere che il proprio figlio ha questa orientazione, è un trauma anche grande. Magari lo superano o riescono ad elaborarlo, ma il colpo è molto forte. Questo fatto denota che anche a livello di comune sentire, e non è roba da poco, la omosessualità va considerata anormalità".
Le posizioni omofobe dello psichiatra gli fecero guadagnare nel 2009 una denuncia da parte dell’Arcigay. L’Ordine dei medici, però, ritenne quelle dichiarazioni del tutto legittime.
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