Il Consiglio regionale della Lombardia, a trazione leghista, ha bocciato un ordine del giorno presentato dal M5S che chiedeva di illuminare Palazzo Pirelli in occasione delle manifestazioni del Pride del 27 giugno 2020. Una scritta a sostegno dell’evento estivo, cestinata dalla giunta leghista. Duro il commento di Marco Fumagalli, capogruppo del M5S Lombardia:
Atteggiamento razzista del centro destra in Consiglio regionale. Si trattava di sostenere una manifestazione di democrazia e civiltà che ogni anno sottolinea l’importanza della lotta alla discriminazione e dell’accoglienza. È un atto gravissimo perché va contro alla tutela dei diritti civili. Noi non ci stiamo. La Lombardia è di tutti i lombardi non solo di quelli del Family day.
Nell’ordine del giorno si era ricordato l’art. 2, comma 1, dello Statuto d’autonomia della Lombardia, che stabilisce come la Regione riconosca “la persona umana come fondamento della comunità regionale e ispira ogni azione al riconoscimento e al rispetto della sua dignità mediante la promozione dei diritti fondamentali e inalienabili dell’uomo“, e il comma 2, che stabilisce: “La regione promuove la libertà dei singoli e delle comunità, il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni materiali e spirituali, individuali e collettivi, e opera per il superamento delle discriminazioni e delle disuguaglianze civili, economiche e sociali“.
Sottolineata la strepitosa partecipazione del Milano Pride del 2019, con 300.000 persone in strada, autentica festa di libertà che ha coinvolto istituzioni pubbliche, associazioni e realtà commerciali, il Movimento 5 Stelle lombardo ha chiesto un impegno del Consiglio regionale della Lombardia, ma dalla maggioranza leghista è arrivato un secco rifiuto. D’altronde proprio la Lega, nel 2016, utilizzò il Pirellone per attaccare le unioni civili, con la scritta Family Day.
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