38 anni senza Mario Mieli

Ricordiamo Mario Mieli, deceduto il 12 marzo 1983. Aveva 30 anni appena.

mario mieli
2 min. di lettura

L’attivista LGBT italiano più conosciuto. Scrittore. Teorico degli studi di genere. Intellettuale. Mario Mieli è tutto questo. Nato il 21 maggio 1952, è morto a soli 30 anni, il 12 marzo 1983, 38 anni fa.

Decise di porre fine alla sua vita suicidandosi. La causa, una forte depressione, accentutata anche dal padre, noto industriale, che sfruttò il suo potere per bloccare la pubblicazione del suo ultimo libro, un’autobiografia in cui parlava (negativamente) anche della figura dei genitori.

In occasione dell’anniversario della sua morte, ricordiamo Mario Mieli cercando di spiegare una sua teoria. La sua opinione più complessa, dubbiosa, e sfruttata dagli omofobi per dipingerlo come un pedofilo. Stiamo parlando della celebre frase del suo libro più famoso, “Elementi di critica omosessuale” (Einaudi, 1977):

Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini.

Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro.

Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia, invece, è una freccia di libidine scagliata verso il feto.

L’intero testo del libro è una rielaborazione della sua tesi di laurea in Filosofia Morale. La sua teoria è stata spesso utilizzata per dimostrare che Mario Mieli era un pedofilo, mancando però di andare più a fondo, volutamente o inconsapevolmente.

Mario Mieli era un pedofilo?

Quando si parla della pedofilia e di Mario Mieli occorre tenere sempre conto di alcuni punti.

La contestualizzazione storica:

Era il 1977, anno in cui l’omosessualità era considerata una malattia. Insomma, era associata ad altre parafilie come la zoofilia, la necrofilia, la coprofagia e appunto il sesso con minori.

NB: per parafilia si intende (in ambito psichiatrico, psicologico e sessuologico) le pulsioni erotiche con fantasie o impulsi che implicano attività o situazioni riguardanti oggetti, animali o soggetti non consenzienti o in età prepuberale e che prevedano sofferenza o umiliazione.

Provocazione:

La figura dello scrittore è stata per tutta la sua vita volutamente provocatoria.

Etichette e società eteronormativa:

Mario Mieli era contrario a tutte le etichette che definivano un orientamento sessuale. Riguardo i bambini, nel suo libro più famoso spiegava che sono l’espressione più pura di transessualità, è l’essere più libero. Fino a quando la società eteronormativa non interviene, stabilendo delle regole.

Il bambino come essere libero:

Leggendo solamente una parte del testo, appare inequivocabile che Mario Mieli fosse a favore di far sesso con dei bambini, come viene fatto per denigrarlo. Basta analizzare il testo, e comprenderlo, per capire che la sua teoria era un’altra: non si parla della libertà dell’adulto di abusare di un bambino. Ma che l’essere libero poteva disporre del suo corpo, fin dalla giovane età.

Il sesso con minori è sempre sbagliato:

Tutto questo, di conseguenza, deve essere comunque fatto da due persone consenzienti. Non si mette in discussione che il sesso tra bambini e adulti sia assolutamente sbagliato.

Un testo non facile da comprendere, soprattutto se letto con pregiudizi:

Solo una lettura poco approfondita, approssimativa, condita di pregiudizi, porta a un’interpretazione negativa, vedendo l’intero libro “Elementi di critica omosessuale” come una un testo da censurare.

Per leggere il libro, è disponibile sul sito del circolo dedicato a Mario Mieli.

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Stefano Lani 14.3.21 - 2:46

Mario Mieli pedofilo?penso di no.Semmai esasperato dal voler far comprendere al mondo la liberta' di genere toccando varie tematiche tra le quali una Estremamente delicata.Nelle prime righe tratte da questo articolo,puo' aver ragione,ma poi si e' sparato cannonate addosso pesanti con il suo tono espressamente provocatorio.Fino a potenzialmente libero tutto ok poi, anche se sono spunti del testo,diventa equivoco. La freccia di libidine scagliata verso il feto e' filosofica,ma un'esplosione enorme a suo danno.Anni bui,con la sua arte e voglia di esprimersi in modo ovviamente provocatorio(e come avrebbe dovuto parlare?civilmente?)e la sua esasperazione che forse,e' stata proprio la causa della sua "dipartita".Grazie comunque.

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