Marisa Laurito: “Amici gay: perché ripercorrere gli stessi errori delle coppie etero?”

"Ridurre tutto a gay e non, mi sembra un qualcosa di poco carino. Io amo le persone intelligenti e credo da sempre nella libertà sessuale."

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Con Marisa Laurito succede sempre la stessa cosa: ci si perde. «Dove eravamo rimasti?» Chiede dall’altro lato della cornetta. Non rispondo, perché la risposta, Marisa, la trova da sola. La voce, dal vivo, è avvolgente, contagiosa e colorata. Un po’ come i suoi capelli che vanno dal nero al blu. Due colori che, assieme al rosso e al grigio, torneranno più volte nella mostra fotografica di forte denuncia sociale che l’artista esporrà, dal 16 maggio, nella sua Napoli presso il Complesso monumentale di San Domenico Maggiore. «Ho fatto un viaggio nelle terre degli orrori. Un lungo viaggio attraverso un’Italia devastata dai rifiuti. Il mio obiettivo? Quello di smuovere le coscienze.»

Mica facile.

I cittadini devono essere informati e i politici devono iniziare a fare il loro lavoro perché qui, la gente, muore. Su venti regioni, diciannove sono sconvolte e coinvolte da rifiuti tossici, nucleari, chimici e industriali, e non possiamo più far finta di nulla.

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Lei vive a Roma. La sua città è notoriamente sommersa dai rifiuti.

Mai vista la capitale in queste condizioni. Sarebbe troppo semplicistico dare la colpa solo a Virginia Raggi perché, mai come stavolta, le colpe sono variegate. I rifiuti sono un business dove la Camorra e la Mafia hanno sempre messo le mani.

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Ha mai pensato di scendere in politica, Marisa?

Mi è capitato di pensarci, anche più volte se vogliamo dirla tutta, ma solo perché ciclicamente mi è stato chiesto di candidarmi. La politica non è un gioco dove ci si può improvvisare, e io non potrei mai giocare con la vita degli altri. E poi, senza retorica, sono dell’idea che la politica si possa fare anche lontana dai Palazzi. Negli anni ho sposato tante battaglie e quando mi appassiono sono la prima a scendere in campo.

C’è stato un momento in cui la davano per certa con i 5 Stelle.

È capitato più volte e con più partiti. Niente di più falso. L’unica cosa vera è che, a ridosso della nascita del Movimento, ebbi una certa simpatia per tutte quelle persone che trovarono il coraggio di unirsi per cambiare alcune parti malsane della nostra società. A onor del vero qualcosa è stato smosso, ma reclamare, ahimè, non è sufficiente. Soprattutto quando sei in politica. 

Domenica 26 maggio si voterà per le europee.

Il risultato è già sotto gli occhi di tutti e la situazione, a mio avviso, è piuttosto grave. Queste campagne piene d’odio sono a dir poco terribili. Proprio l’altro giorno, su un quotidiano, leggevo che un immigrato su tre muore in mare e a me, questa cosa, non fa male, fa malissimo. A cosa servono le giornate della Memoria se poi oggi, quando stanno accadendo guerre e torture a destra e manca, noi non tentiamo di fare qualcosa?

Alleggeriamo. Lei è un’icona gay.

Me lo dicono in molti. 

Si è mai chiesta il perché?

La verità? No. Ridurre tutto a gay e non, mi sembra un qualcosa di poco carino. Io amo le persone intelligenti e credo da sempre nella libertà sessuale. Qualche anno fa sono stata ospite al Gay Village di Roma. Una serata piena di gente, ma soprattutto piena di bella gente. Ricordo che ci divertimmo molto a parlare del tanto agognato matrimonio gay. Senza banalizzare i diritti, importantissimi, doverosi e sacrosanti, ho sempre fatto fatica a capire perché questo desiderio di ripercorrere gli stessi errori delle coppie eterosessuali. 

E fu capita?

Si, anche perché c’era un’ironia di fondo. Io odio il matrimonio. Pensi che il mio durò solamente tre mesi. 

Ironia a parte?

L’eterosessualità ha compiuto dei percorsi ammalati, come quello dello stare assieme anche se non ci si ama più, e non mi capacito di come le coppie omoaffettive vogliano reiterare, a tutti i costi, gli stessi errori. 

Sarebbe favorevole alle adozioni per le coppie dello stesso sesso?

Sì, purché ci siano continui controlli, ma questo per tutti e non solo per le coppie dello stesso sesso. Un figlio non è un capriccio! Una giovane vita umana deve essere trattata come un fiore che deve sbocciare e non come un ostacolo. Vedo in giro così tanti genitori incapaci che sempre più spesso resto sbigottita.

E alla GPA?

Come pratica, onestamente, faccio fatica a capirla. Mi sembra un atto di grande egoismo. 

Voltando pagina, negli anni ha mai avuto la sensazione che la sua ironia, possa aver in qualche modo inquinato la sua credibilità artistica?

Sì, ma su questo non ho mai potuto farci molto: l’ironia fa parte del mio DNA. Lo spirito e questa fisicità prorompente mi avranno sicuramente svantaggiato in qualche occasione, ma fortunatamente il pubblico riesce sempre a leggere tra le righe. Oggi, poi, rispetto a qualche anno fa, mi è venuta una strana voglia.

Quale?

Quella di mettere in mostra anche la mia interiorità. Un’interiorità che ho cercato di preservare per molto tempo. Sarà l’età?

Ha 68 anni. Il tempo che passa le fa paura?

Le dirò: non è divertente, ma nemmeno così terribile. 

La chirurgia non l’ha mai affascinata?

Non sia mai! Mi fa schifo. 

La sua immagine non conosce mode. Passano gli anni, ma è sempre uguale.

Fa riferimento all’acconciatura? Ho provato a cambiarla, ma non mi trovo. La porto da quando avevo otto anni. Mi piace pensare che in un’altra vita ero una sciantosa. 

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Mi spiega perché quelle punte nero blu?

Perché il nero assoluto è un colore molto forte per una donna della mia età, e il blu arriva da una grande passione che ebbi per l’attrice del film China Blue. 

Lei oggi è molto più concentrata con il teatro. Le manca la tv?

Sì, ma non riesco ad accettare le ‘monnezze’ che mi vengono proposte. 

Parla dei reality?

Soprattutto. Me li hanno proposti come conduttrice, opinionista e concorrente, ma non mi piacciono. In quei contesti si chiacchiera a vanvera di persone banali e con persone che raccontano cose banali. Un chiacchiericcio inutile e persino dannoso.

E il cinema?

Al contrario della tv, non mi manca. Ci sono dei film carini in giro, è vero, ma non c’è più nulla di così interessante. Le basti pensare che una volta si producevano circa cinquecento film l’anno, mentre oggi si e no quaranta.

Lei ha fatto di tutto. C’è qualcosa che proprio non rifarebbe?

Forse ‘Caro Bebè’. Un programma di Raiuno non particolarmente fortunato.

E io che pensavo mi rispondesse: “la pubblicità di Slim Fast”.

Scherza? La rifarei subito. Dimagrire, essendo pagati, fu il massimo.

Non me ne voglia, ma è vero che a casa sua c’è un’installazione con 34 falli eretti?

C’era. Ora la potrà trovare, e ammirare, a casa di Roberto D’Agostino. L’ha voluta a tutti i costi. L’istallazione si chiama “L’unico vero è assente”. Attraverso quell’opera volevo evidenziare la mancanza di responsabilità degli uomini.

Viviamo in una società fallocratica, Marisa?

Un po sì e nel modo sbagliato. Una volta era anche più fallocratica, se vogliamo, ma gli uomini, almeno ai tempi, accettavano le grandi responsabilità che avevano. Oggi, invece, mi sembrano poco pronti al potere.

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