Gianfranco Fini e la bufera sui maestri gay
Nel 1998 Gianfranco Fini, all’epoca leader di AN, scatenò un terremoto dal palco del Maurizio Costanzo Show perché a suo dire “un maestro elementare dichiaratamente omosessuale non può fare il maestro“.
Il dibattito in studio si infiammò, grazie anche alla presenza di Franco Grillini. “Un conto“, continuò Fini, “è affermare che non sia giusto discriminare la gente per motivi religiosi, razziali, etnici o sessuali, ma cosa diversa è stabilire per legge che una coppia di gay deve avere gli stessi diritti di una coppia normale. Perchè l’omosessualità non si può considerare una cosa normale”. “Secondo me, compiti delicati come quello dell’educatore, soprattutto dell’educatore dei più piccoli, occorre che vengano affidati a chi trasmette determinati valori e determinati principi”. “Con franchezza: io non farò nulla perchè siate discriminati ma non chiedetemi di fare qualche cosa perché siate considerati sullo stesso identico piano legislativo della famiglia naturale. Non è moralmente opportuno che chi è omosessuale dichiarato o chi arriva a considerare la pedofilia, tutto sommato, una forma d’amore, possa fare l’insegnante”. “Con me è il 95 per cento degli italiani. Gli omosessuali non possono pensare di essere un modello come gli eterosessuali“.
Grillini tuonò: “Ma allora lei all’insegnante chiede un certificato di sana e robusta eterosessualità, mi faccia capire…? Lo vede che la sua autocritica rispetto alle leggi razziali e fasciste è solo di facciata?“.
Duro anche Paolo Crepet: “Che si vergogni. Fini è una persona indegna di stare al mondo. Fare un’affermazione del genere significa disprezzare le persone. È inutile che Fini cerchi di distinguersi da La Pen perché lui è peggio“.