Monica Cirinnà nel nuovo governo Conte? Il segretario del Pd Nicola Zingaretti è stato chiaro:
Visto il proliferare di indiscrezioni mi permetto di dire che un nuovo governo dovrà garantire un pieno riconoscimento delle differenze di genere.
Sono diverse le possibili ministre, quindi, nel nuovo governo guidato da Giuseppe Conte. E tra loro, c’è anche la paladina dei diritti LGBT+ per eccellenza: Monica Cirinnà. E’ lei, infatti, che potrebbe andare alle Pari Opportunità. Un nome, una garanzia. E’ proprio il caso di dirlo. Ci sono poi anche Debora Serracchiani e Marina Sereni, le quali potrebbero occupare il ministero rivolto alla Famiglia.
Monica Cirinnà: l’impegno oltre le unioni civili
Monica Cirinnà è conosciuta principalmente per il ddl che porta il suo nome e che ha dato la possibilità a migliaia di coppie di coronare il loro sogno di sposarsi (o volendo essere precisi, unirsi civilmente). Nonostante questo, il suo impegno non si ferma qui. Era presente alla contro manifestazione organizzata a Verona per il Congresso delle Famiglie, e si è battuta contro il ddl Pillon, che riduceva la donna a uno strumento per riprodursi e servire l’uomo. Per non parlare del suo sostegno all’associazione Non Una di Meno dello scorso 8 marzo, oltre ai molti presidi a favore dei diritti. Ospite fissa poi del Roma Pride.
Ma di certo ancora non c’è nulla. Si deve aspettare la conferenza stampa del premier, quando informerà i nomi scelti per il suo nuovo governo. Nel suo discorso di questa mattina, dopo il colloquio con il Capo dello Stato, Conte ha spiegato che nel programma si prevede
un paese che rimuova le disuguaglianze, sociali, territoriali e di genere.
Una frase che farebbe sperare nella presenza di un ministero (con o senza portafoglio) o una delega che guardi anche ai diritti civili.
La sua presenza nel governo Conte 2.0 è acclamata come positiva dalle associazioni, da personaggi di spicco della comunità LGBT+ e non solo. Anche all’interno del Pd sembra che non ci siano proteste riguardo il suo nome.
spero che la Cirinnà non diventi ministro ma se anche lo diventasse non combinerà nulla.