Frescə trionfatore all’Eurovision di Malmo con la sua The Code, Nemo è statə catapultatə in un frullatore di popolarità ed eventi che mai avrebbe potuto immaginare fino ad un mese fa. Perché tutti lə vogliono e tutti lə cercano, con l’artista svizzero, dichiaratamente non-binary, che ha replicato al generale Roberto Vannacci che aveva definito la sua vittoria “nauseante”, solo e soltanto perché comparsə sul palco con una gonna.
“Non so davvero cosa pensare di un giudizio come questo“, ha risposto Nemo a LaRepubblica. “Mi verrebbe di fare a mia volta una domanda a questa persona e di chiedergli come possa un pezzo di stoffa, un certo modo di vestirsi o di decorarsi le unghie, disturbarlo così tanto. È difficile per me capire come tutto questo possa far paura o nauseare qualcuno. Io sono per la libertà: vuoi fumare un sigaro perché ti fa sentire più macho? Puoi farlo. Credo che un mondo più rispettoso della libertà del prossimo sarebbe un mondo migliore in cui vivere. Ci arriveremo, grazie alla comprensione, ma ci vorrà del tempo. Parlarne è importante e aver vinto l’Eurovision da persona non binaria mi offre l’opportunità di una platea enorme“.
La vita di Nemo, dopo il successo Eurovision, è inevitabilmente cambiata. “Non passa giorno che io non riceva richieste di incontri, interviste, concerti. Non mi fermo mai. Il mio team di lavoro è aumentato e anche il progetto si è molto evoluto. Per altri versi, invece, sono il Nemo di sempre, sto passando un bellissimo momento qui a Berlino, anche se faccio avanti e indietro con Zurigo“, ha sottolineato l’artista, che ha sbancato Malmo con il potentissimo brano manifesto The Code, in Italia criticato persino da Amedeo Minghi e ora alla ricerca dell’exploit internazionale.
“Per me è stato molto importante, desidero sempre l’autenticità in tutto ciò che faccio ma stavolta stavo parlando di me e della mia vita“, ha precisato Nemo a Carlo Moretti. “Cerco la libertà di comportami come voglio e di non dover seguire una regola solo per compiacere gli altri. Aver creato uno spazio in cui potermi esprimere è stato molto importante e credo che lo sia stato a un livello molto ampio anche per chi ha potuto seguire la mia performance all’Eurovision. In quel momento credo di aver dimostrato che essere se stessi non è soltanto qualcosa di giusto ma di necessario. Spero di aver spinto le persone non binarie a realizzarlo. E, agli altri, l’idea che nessuno può permettersi di metterlo in discussione. Aver potuto utilizzare quel palcoscenico per affermare questo diritto è stato un grande onore”. “L’idea della trottola ci è sembrata corretta, un modo semplice per realizzare i diversi momenti solo inclinandosi e scivolando o ruotando insieme a essa. Volevamo creare sul palco un mondo instabile, non confortevole, pauroso, a momenti pieno di luce e in altri invece completamente all’oscuro, così come con la rotazione un continuo scambio tra alto e basso e tra destra e sinistra. Insomma, un mondo in qualche modo non binario. Eccola la metafora: come trovare il tuo posto in un ambiente ostile“.
E ora, dopo tanti ep e singoli, per Nemo è in arrivo il momento di uscire con il primo atteso album.
“Ho cominciato a fare musica a 16 anni, all’inizio cantavo solo in svizzero tedesco, poi l’inglese mi ha imposto un nuovo inizio: devo scegliere bene cosa dire, i miei propositi nella musica, e anche il contributo che voglio dare agli altri e al mondo attraverso la mia musica. E questo è l’aspetto migliore di essere artista“.
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