Maglioncino rosso intorno al collo intento a tracannare una fetta di mortadella e a stappare champagne. Ha festeggiato in questo modo, Nino Strano, la caduta del governo Prodi. Eletto in Sicilia, da sempre nelle fila di Alleanza Nazionale, è un estroso il senatore Strano. Ma oltre a questo lato tutto sommato innocuo del suo carattere, come ogni siculo che si rispetti, Antonino detto Nino è anche focoso, passionario e lo ha dimostrato ieri in Aula, quando, dopo la dichiarazione di voto del collega UDEUR Cusumano – svenuto subito dopo, senza neanche aspettare il cazziatone del suo capo (Mastella, ndr) per il "tradimento" – ha rivolto contro di lui imprecazioni del tipo: "frocio", "squallida checca"…
Che dire, noi gay, a volte, siamo così: eclatanti e appariscenti nei modi.
Non c’è neanche gusto a chiamare uno così "omofobo". Possiamo parlare di omofobia interiorizzata? O andrebbe coniato un termine apposta? Potremmo definirlo "Stranofobo", cioè intollerante verso se stesso. Ma non è questo l’importante. Qua le definizioni sono inutili.
Quel che importa è che l’ennesima figuraccia si è consumata in un’Aula isituzionale e rimarrà impressa nella memoria della Rete, per sempre. Siamo all’ennesimo insulto alla democrazia di questo paese e ai milioni di cttadini gay, lesbiche e transessuali che pagano lo stipendio dello strano (aggettivo, quindi minuscolo) senatore che ingurgita mortadella e stappa champagne per festeggiare la caduta di un governo e la quasi-morte di un collega.
Che dire, noi gay, a volte, siamo così: eclatanti e appariscenti nei modi.
di Penna Rosa
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