La folle messa di Lizzano contro il ddl Zan andata in scena ieri ha fatto il giro d’Italia. Merito di quei cittadini che si sono pacificamente radunati all’esterno con le bandiere rainbow, in segno di protesta nei confronti del rosario omofobo, e della sindaca che ha cazziato i carabinieri, chiamati da don Giuseppe Zito e beccati a prendere nomi e cognomi di chi stava semplicemente in piazza a manifestare a sostegno della legge contro l’omotransfobia.
Intervistato da AdnKronos, il teologo padre Alberto Maggi ha senza mezzi termini definito “penosa” l’intera vicenda, tanto da lasciare “desolati”.
Sono sempre battaglie perse, perché la vita va avanti e riafferma la dignità dell’uomo. Queste battaglie non hanno senso. Quando non hanno argomenti per convincere, ricorrono alla forza. In realtà l’atteggiamento più utile è quello di ignorarli: dalle Crociate di strada se ne è fatta per fortuna tanta e, sempre per fortuna, ora abbiamo un Papa con una linea evangelica, anche se c’è tanta Chiesa che resiste.
Maggi ha poi invitato tutti quei “grandi moralisti che nascondono segreti inconfessabili” a guardare “all’altra Chiesa tanto bella, quella dell’accoglienza. Noi seguiamo questa linea evangelica“. Lo stesso Maggi, settimane or sono, aveva sottolineato come “la Chiesa dovrebbe solo chiedere perdono“. In difesa di don Giuseppe Zito, neanche a dirlo, Mario Adinolfi.
A seguire l’intervista di Canale85 alla prima cittadina Antonietta D’Oria e ad alcuni cittadini di Lizzano.