L’Assemblea Nazionale ha deciso. Il Partito Democratico sarà a Verona il 30 marzo, per protestare contro il Congresso Mondiale delle Famiglie. La battaglia quindi si sposta fuori dal Parlamento, dopo le interrogazioni parlamentari e le interpellanze che i dem hanno rivolto al governo. Chiedendo dei chiarimenti sul fatto che tre ministri saranno ospiti dell’evento omofobo e misogino. Lo stesso segretario, Nicola Zingaretti, nominato ieri ufficialmente, ha usato parole dure contro l’evento in programma nella città veneta. “A chi ha organizzato Verona e al nostro squallido governo diciamo che alle famiglie italiane servono cose concrete“.
L’ordine del giorno è stato firmato da gran parte delle “democratiche” presenti. Tra cui Donata Gottardi, ex euro-parlamentare e docente di diritto del lavoro, l’ex ministra Valeria Fedeli, Valeria Valente, Sabrina Ugolini e Alessia Rotta. Nella mozione, il concetto punta alla difesa dei diritti che le donne hanno conquistato in decenni di lotta. E che personaggi come Simone Pillon intendono eliminare, per riportare la donna ad essere solamente una madre e una moglie.
Un Partito Democratico che riparte dai diritti: l’impegno in una mozione a firma Cirinnà e Lo Giudice
Ieri, c’è stata anche una seconda mozione. L’ordine del giorno proposto vede la firma di Monica Cirinnà, celebre paladina dei diritti LGBT, e Sergio Lo Giudice. Questo ordine del giorno punta alla difesa dei diritti LGBT, che guarda quindi “all’azione di contrasto dei gruppi parlamentari e delle rappresentanze dem a livello regionale e locale davanti all’involuzione dei diritti in atto“. Collegata alla manifestazione del 30 marzo, la proposta approvata prevede un’azione a livello sia locale che nazionale contro la limitazione dei diritti, oltre a un necessario intervento contro le continue aggressioni omofobe. E’ scritto infatti nel testo:
Promuovere iniziative di approfondimento e dibattito sulle minacce ai diritti. Alla libertà e all’uguaglianza implicate dall’azione del governo, primo tra tutti al disegno di legge cosiddetto Pillon. A promuovere azioni di sensibilizzazione in relazione all’inasprirsi della violenza omotransfobica e contro le donne e a sostenere attivamente le vittime e le persone maggiormente a rischio.
Oltre a questo, il nuovo Partito Democratico di Nicola Zingaretti guarda a un’apertura verso le donne, migliorando il sistema delle pluricandidature, che favorirebbero la presenza di uomini in lista.
Credits: Pasquale Bove
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