216.000 casi di pedofilia, registrati in un periodo compreso tra il 1950 e 2020. Settant’anni di abusi e violenze, perpetuati da membri della Chiesa cattolica in Francia. Sono questi gli esiti sconvolgenti delle indagini svolte dalla Ciase, la Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, raccolti nel rapporto Sauvé. Frutto di 32 mesi di accertamenti e inchieste, il dossier è stato presentato nelle scorse ore e ha lasciato sgomenta l’intera comunità internazionale.
“Abbiamo scoperto una realtà spaventosa che supera nell’orrore qualsiasi immaginazione”, ha confessato Éric de Moulins-Beaufort, il presidente della Conferenza episcopale francese, chiedendo perdono alle vittime degli abusi nella conferenza stampa di presentazione del documento. Una cifra non del tutto rappresentativa della realtà, sottostimata, che esclude dal conteggio gli oltre 100.000 casi di pedofilia che hanno visto coinvolti i membri laici della Chiesa francesi, che hanno vissuto nell’omertà e nel peccato, quello che nemmeno la più partecipata Ave Maria può cancellare dalla coscienza. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti più di 3200 sacerdoti, molti dei quali deceduti, individuati grazie alle testimonianze delle persone violentate.
Al termine dell’udienza generale del mercoledì, Papa Francesco – che nel 2019 ha perorato la riforma per l’eliminazione del segreto pontificio sugli abusi – è intervenuto per esprimere il proprio pensiero sui numeri del rapporto Sauvé, che celano e al contempo svelano un sistema radicato di silenzi, dolori ed ipocrisie diffuso nella Chiesa:
Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e il mio dolore per i traumi che hanno subito e la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna, per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni, assicurando loro la mia preghiera. […] Questo è il momento della vergogna.
È il momento della vergogna, dei capi cosparsi di cenere, ma anche della giustizia. In attesa di quella divina, qualcuno pagherà per gli atti criminali? Chi si assumerà le responsabilità di condotte ben distanti da quelle ispirate ai principi dell’accoglienza e della misericordia? Amen.
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