Siamo abituati a leggere notizie in cui il padrone di casa non vuole affittare a coppie gay, o una persona della comunità LGBT si vede rifiutare un appartamento dove passare le vacanze solo per l’orientamento sessuale. A Firenze, la discriminazione è al contrario, ma la signora che ha posto questi requisiti spiega le sue motivazioni. E sono anche piuttosto valide e condivisibili.
“Affittasi stanza solo a donne o gay lavoratori“. Gli uomini sono banditi, secondo Vanna Signori, 64 anni, che vive a Firenze e ha una stanza in più che ha messo in affitto. “Casa mia la do a chi voglio” ha spiegato la signora, criticata per questa singolare discriminazione da parte di chi ha letto l’annuncio appeso in alcuni luoghi pubblici della città toscana.
“Con gli omosessuali c’è affinità elettiva”. Altro che discriminazione
La discriminazione non c’entra nulla. La signora Vanna ha lavorato nel campo della moda per tutta la vita. Ha lavorato con stilisti, modelli, in un mondo che è popolato quasi interamente da persone omosessuali. Standoci a contatto quotidianamente, spiega, ha sviluppato una certa affinità con loro, e ha imparato ad apprezzare quel mondo. “Con gli omosessuali c’è affinità elettiva. E poi sono bravi, educati, puliti, piacevoli e acculturati. Ci si può parlare di tutto e hanno una sensibilità fuori dal comune” ha raccontato al Corriere, spiegando che gli uomini eterosessuali non rispettano gli impegni presi, non svolgono le faccende e sono disordinati.
Lei invece, che dovrà anche assentarsi temporaneamente la casa per delle cure in un’altra città, vorrebbe lasciare l’abitazione a una persona di cui si fida e sa che la manterrà in ordine. Lasciarla a un uomo etero la terrorizza. Oltre ai pregiudizi nei confronti degli uomini, la signora Vanna spiega che in passato aveva affittato la stanza anche a uomini, e che si è sempre trovata male. Ecco il perché della sua decisione. Ma non si tratta di una ghettizzazione, specifica, perché ad alcuni piace la carne, ad altri il pesce. A lei, piacciono i gay.
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