Matthew Mitcham oggi è felice, ma non è sempre stato così.
Medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Pechino 2008 e tra i primi campioni olimpici a dichiararsi gay (ora è felicemente sposato col marito Luke Rutherford, a cui scrive dolci dediche d’amore sui social), come tante altre persone queer – fuori e dentro l’arena – Mitcham ha vissuto anni meno sereni, tra forti messe in discussione e pregiudizi da fronteggiare.
In una toccante puntata del programma SAS Australia, il campione racconta che ha capito di essere gay a soli cinque anni, ma ha represso tutto invaso dalla vergogna. Negli anni questo ha portato a non pochi effetti collaterali: ai pensieri di suicidio all’utilizzo di droghe (oggi è sobrio da sette anni).
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“Mettevo un elastico intorno al polso e ogni volta che avevo un pensiero gay, tiravo l’elastico contro il polso e cercavo di associare quel dolore per istruire me stesso a non essere gay” dichiara Mitcham “Non mi sentivo abbastanza bravo. Ero sovrastato dai sentimenti che non potevo contenere dentro di me. Una volta esagerai e dovetti chiamare mia nonna per farmi portare all’ospedale”
Le dichiarazioni di Mitcham hanno incontrato la commozione del web, risuonando con le tante esperienze di altre persone LGBTQIA+.
L’atleta ha ringraziato il supporto, confortando il pubblico che ora si trova in un luogo più felice: “Spero che condividendo la mia storia possa fornire un po’ di esperienza, forza, e speranza a chiunque sta lottando ora o nel futuro” scrive su Instagram “Ma riscalda il cuore vedere tutta questa compassione nella comunità. Grazie”.
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