L’uscita dei nuovi cataloghi primavera/estate 2008 di Ikea sono serviti a Luca Doninelli, un giornalista de ‘il Giornale’, per scriverne una catalogo cucine, a cui si riferisce il pezzo, sul sito italiano di Ikea. Scrive il giornalista: "La prima cucina, alle pagine 8 e 9, ci presenta una famiglia composta da un papà, i suoi due bambini e una donna di diversa origine etnica. I bambini pasticciano qualcosa, sembra, con delle uova. Il papà è di spalle e sta consultando un libro di ricette: segno che sarà lui a cucinare. (…) Quanto alla donna, che non può essere la madre dei ragazzini, se ne sta seduta al tavolo a leggere il giornale: non è, dunque, né una baby-sitter né una colf, bensì – si presume – la seconda moglie dell’uomo". E se fosse una coppia che ha adottato dei bambini? E se la donna fosse solo un’amica? E se… Le possibilità sono talmente tante (o anche nessuna di queste) che potremmo andare avanti per molto.
Ma la parte più divertente dell’articolo arriva quando si parla della foto a pagina 18. Ancora Doninelli: "Incontriamo un’altra cucina di dimensioni più ridotte, in cui un gay – la posa è inequivocabile – pranza da solo in piedi, ma è contento, perché qualcuno ha scritto con un gessetto sull’antina una frase carina, con un cuore al posto della firma". Ora, non sappiamo come Doninelli usi stare in piedi con un piatto in mano, ma dedurre l’orientamento sessuale di una persona da una postura, per altro così comune e spontanea, ci sembra un esercizio di fantasia un po’ esagerato.
Se questo è il metro con cui si misura la natura delle persone o se basta così poco a definire una situazione perché, ad esempio non pensare che la foto di pagina 12 e 13 sia un esempio di sfruttamento del lavoro minorile? Una donna e tre bambini ognuno impegnato in faccende precise: cos’altro potrebbe essere? E che dire della foto alle pagine 28 e 29? Guardate con quanto trasporto la donna più grande guarda quel gatto… Cosa ne dobbiamo dedurre? Ah, inutile dire che le due ragazze alle pagine 48 e 49 sono lesbiche, almeno a giudicare dallo sguardo della bionda verso la mora, no?
Che Ikea, nei suoi cataloghi, mostri immagini di famiglie, è palese. Che non ci siano solo quelle tradizionali lo è altrettanto, ma non è certo una peculiarità dei cataloghi di mobili svedesi. Famiglie diverse da quelle tradizionali, in Italia ormai sono molto più diffuse di quanto si voglia far credere. Le aziende alimentari producono porzioni monodose da anni e anni (naturalmente, destinate ai gay, che vivono soli, no?), le coppie omosessuali sono sempre più sdoganate anche nelle trasmissioni televisive e le coppie di fatto ancora di più. Che ‘il Giornale’ se ne accorga solo grazie al catalogo di Ikea, è solo un sintomo della miopia di una, per fortuna ridotta, classe dirigente italiana.
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