Il prete organizza un incontro in chiesa contro l’omotransfobia? Per i fondamentalisti è blasfemo e rispondono con una veglia.
Il mondo cattolico di Reggio Emilia è in subbuglio: il 20 maggio l’anima tollerante e quella più conservatrice della chiesa dimostreranno ancora una volta la loro distanza sui temi LGBTI.
Da un lato infatti alla chiesa dell’Ara Pacis si terrà l’incontro indetto da don Paolo Cugini per “il superamento dell’omofobia, della transfobia e di ogni altra forma di intolleranza”. Dall’altro invece, un gruppo di credenti ha annunciato una veglia di preghiera per opporsi proprio all’evento, bollato come “blasfemo” e di “stampo omosessualista”.
All’incontro di don Cugini gli integralisti rimproverano anche la presenza tra i relatori di una teologa e pastora battista, Lidia Maggi. Non è la prima volta che le frange più conservatrici dei cattolici prendono di mira le iniziative inclusive di don Cugini, in passato vittima persino di lettere diffamatorie.
“Con questa manifestazione pubblica che stiamo organizzando per il 20 maggio – ha spiegato alla Gazzetta di Reggio il portavoce del gruppo, il 31enne Alessandro Corsini – la nostra preghiera corre su due piani: per la vera conversione di queste persone nella convinzione che solo così possiamo fare il loro bene; per riparare una Chiesa che tradisce sé stessa e i suoi pastori lupi travestiti da agnelli”.
Nel mirino degli integralisti c’è anche il vescovo di Reggio, Massimo Camisasca, reo di aver partecipato ad un incontro con i fedeli LGBT. Sull’omosessualità infatti questi fedeli hanno un’idea molto netta: “Aiutare i gay a liberarsi dalla menzogna e fare verità. Nella consapevolezza che l’unica via d’uscita è la castità. Invece la Chiesa non proclama più la verità ma preferisce l’inganno facendo accettare ai cristiani l’idea che il peccato non è più tale”.
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