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Reggio Emilia, parroco vieta madrina ad una 13enne: “È lesbica, non può cresimarti”

“I criteri di idoneità li stabilisce la Chiesa e non il sottoscritto”, si è ‘giustificato’ il parroco.

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È Arcigay Gioconda a denunciare l’ultimo episodio di omofobia all’italiana, questa volta in arrivo da una parrocchia di Pieve Modolena, Reggio Emilia. Il parroco ha infatti posto il veto alla scelta della madrina da parte di una 13enne, ormai pronta alla cresima. Il motivo? “Quella donna lesbica non deve fare la madrina, a nessun costo“.

La famiglia della bimba è andata ad informarsi con il parroco, e qui avrebbe scoperto che persino un uomo divorziato andrebbe bene come padrino, ma non quella donna. Solo e soltanto perché vive con un’altra donna, sua compagna. La mamma della piccola avrebbe minacciato di non far fare la cresima alla figlia, dinanzi alla decisione di Don Daniele Casini, che ha ricostruito la vicenda con queste parole, via Resto del Carlino: “I criteri di idoneità per accompagnare i ragazzi alla cresima non sono di don Casini, ma della Chiesa. Solo in un secondo momento, venuto a conoscenza della sua convivenza, ho fatto presente l’impossibilità a rivestire questo ruolo secondo le indicazioni della Chiesa, che non sono cambiate, mentre non è stata presentata nessuna difficoltà alla sua presenza in chiesa il giorno della cresima insieme alla compagna“. E ci mancherebbe altro, verrebbe da aggiungere.

Arcigay Gioconda, nel raccontare quanto accaduto, ha espresso rabbia e umiliazione.

Rabbia perché ogni anno ci sono madrine e padrini LGBTI+ che il più delle volte sono costretti a nascondere sé stessi come se ci fosse qualcosa di male non per ciò che fanno, ma per chi sono. Il fondamento dell’ipocrisia in cui navighiamo ogni giorno è proprio questo: impariamo presto che dobbiamo nasconderci per partecipare alla vita delle comunità. Il silenzio deve circondare le nostre vite e i nostri sentimenti, e sembrerebbe che in certi ambiti debba essere così per sempre. Persino davanti alla tredicenne, che difende la sua scelta, non si ferma ad ascoltare, nella sua certezza di uomo che ha rinunciato alla propria sessualità, e che impone la sua visione calpestando le vite altrui, lanciando di fatto un segnale chiaro alla ragazzina: se si scoprisse lesbica, non ci sarebbe un posto alla luce del sole per lei, ma solo nell’ombra del rinnegare sé stessa. Ovviamente nelle realtà cristiane ci sono tante situazioni diverse, penso a un Sacerdote illuminato come Don Paolo Cugini, che ascolta le persone LGBTI+ cristiane e le loro famiglie, e che organizzava momenti di preghiera e veglie, che a Reggio sono state sostanzialmente censurate e ostacolate. O a quella Chiesa nigeriana reggiana che accoglie apertamente le persone LGBTI+. Ma davanti a una tredicenne che crede nell’eguaglianza, questo castello di ipocrisia si incrina. E crollerà definitivamente nel momento in cui la comunità di fedeli affermerà da che parte sta. E quel momento è adesso.

La mamma della 13enne, furibonda, ha sottolineato come “fino a poco tempo fa c’era don Gianni Manfredini che non aveva mai avuto nulla da ridire: sentire storie simili nel 2020 va oltre l’assurdo“. Come darle torto.

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One thought on “Reggio Emilia, parroco vieta madrina ad una 13enne: “È lesbica, non può cresimarti”

  1. Fatti come questo sono molto più frequenti di quanto non si pensi e testimoniano che la chiesa cattolica non è affatto cambiata, che le esternazioni del papa sono solo titoli per i giornali, se il papa non mette nero su bianco e cambia le regole tutto resta uguale, infatti il parroco omofobo in questione ripete che le regole non sono sue ma della chiesa, insomma la chiesa cattolica è stata e continua ad essere la principale fonte di omofobia di questo paese.

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