45enne politico polacco, gay dichiarato e felicemente fidanzato da oltre 20 anni con Krzysztof Śmiszek, Robert Biedron è stato eletto presidente della Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere. Biedron è di fatto il primo politico polacco di un certo peso apertamente gay, in un Paese che da anni fa tremare il resto d’Europa per la propria conclamata omotransfobia istituzionale. Il mese scorso la Camera polacca ha approvato una legge anti-LGBT per le scuole
20 anni fa tra i fondatori dell’organizzazione Campagna contro l’Omofobia (Kampania Przeciw Homofobii), di cui è stato presidente fino al 2009, Biedron è stato eletto deputato della Repubblica di Polonia nel 2011, diventando così il primo deputato polacco apertamente gay. Nel 2014 è stato eletto sindaco di Słupsk, città polacca di quasi 100.000 abitanti. Un’altra elezione storica, perché Robert divenne il primo sindaco dichiaratamente omosessuale della Polonia. Nel 2015 è diventato membro del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, nel 2016 è stato insignito dell’Ordine nazionale al merito francese per la sua lotta per i diritti delle minoranze sessuali, mentre nel 2019, dopo aver fondato il partito di centro-sinistra Wiosna (“Primavera”), è diventato europarlamentare.
Ora, dopo due anni e mezzo, Biedron, che rientra nel Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, ha fatto sua la Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere. “Le mie priorità principali saranno affrontare la questione della violenza contro le donne, contribuire a colmare il divario retributivo di genere, far ratificare la Convenzione di Istanbul e lavorare per sbloccare la direttiva Women on Boards“, ha annunciato: “Vorrei concludere ricordando ciò che l’ex segretario di Stato americano Madeleine Albright ha affermato: ‘C’è un posto speciale all’inferno per le donne che non aiutano le altre donne’. Aggiungerei questo: c’è anche un posto speciale all’inferno per gli uomini che non supportano questa lotta”.
A fine 2021 Biedron ha pubblicamente denunciato in aula l’allarme “diritti” nella sua Polonia, in particolare per quanto riguarda le norme della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e la salute sessuale e riproduttiva, con l’aborto tornato al centro del dibattito politico polacco. “All’inizio di dicembre il parlamento polacco ha iniziato a lavorare ad un disegno di legge che punisce l’aborto, l’assistenza all’aborto o l’aborto spontaneo con 25 anni di carcere“, ha tuonato Robert. “Recentemente, i politici di Diritto e Giustizia hanno creato l’Istituto per la Famiglia e la Demografia, al fine di controllare, monitorare le gravidanze ed eventuali aborto. Allo stesso tempo, il Ministero della Salute ha ideato una bozza di registro delle gravidanze che ricorda serie catastrofiche e distopiche come “The Handmaid’s Tale”. Tutto questo sta accadendo nel 2021 nel cuore dell’Unione Europea. L’effetto è agghiacciante, su milioni di donne, ragazze e madri che avranno semplicemente paura di rimanere incinte. Oggi le donne in Polonia hanno meno diritti rispetto a quando la Polonia è entrata a far parte dell’Unione Europea nel 2004. È giunto il momento di intraprendere un’azione decisa“.
Anche Krzysztof Śmiszek, suo compagno, fa politica. Eletto deputato in Polonia, è inoltre membro della commissione Giustizia e diritti umani, della commissione Unione europea e delegazione polacca all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
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