Polonia, strappo senza precedenti: non riconosce supremazia leggi UE

Varsavia ha deciso che norme e atti europei non possono essere in contrasto con le leggi polacche. L'estrema destra di Meloni e Le Pen favorevoli.

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La Polonia non riconosce più la supremazia delle leggi dell’Unione Europea sulle proprie. Lo ha stabilito il 7 Ottobre la Corte Costituzionale polacca, con una decisione senza precedenti nella storia dell’UE. La sentenza ribalta il principio del primato della legge UE su quella nazionale, stabilendo che ogni norma o atto europei, per essere applicati in Polonia, non possono essere in contrasto con la costituzione polacca.

Da quando nel 2017 la Polonia ha visto l’estrema destra del partito Diritto e Giustizia salire al potere, abbiamo assistito a un’escalation di compressione dello stato di diritto che non ha eguali in altri paesi dell’Unione.
Potere giudiziario piegato al potere politico.
Il potere giudiziario, che, in accordo con i principi fondativi dell’Unione Europea, deve essere indipendente, dopo una lunga battaglia anche interna alla magistratura polacca, è stato gravemente piegato al potere politico. Le riforme attuate dalla destra sovranista polacca permettono ai partiti di maggioranza che detengono il potere esecutivo (il governo) di influenzare l’organizzazione della giustizia, di fatto manipolandola secondo il proprio indirizzo politico.
Diritti umani violati.
Com’è noto, in Polonia alcune amministrazioni federali – cosiddette municipalità, assimilabili alle nostre province – si sono autoproclamate “LGBT free zone“. Su questo, Rai 3 ha trasmesso lo scorso agosto un documentario, che potete trovare embeddato qui.
Il veto sulle famiglie arcobaleno e sull’infanzia.
Pochi giorni fa la Polonia, insieme all’Ungheria, ha posto il veto sulle conclusioni del Consiglio Europeo sulla Giustizia relative alle politiche della Commissione sui diritti all’infanzia, che chiedeva azioni volte a porre fine alle mutilazioni genitali, contrastare il bullismo online dei giovani LGBTQ+ e migliorare la circolazione delle famiglie arcobaleno all’interno dell’UE.
Il grave strappo costituzionale con l’Unione Europea.
Lo strappo definitivo di rifiutare la supremazia di leggi e provvedimenti europei sui propri, attuato – chiaramente su mandato politico del governo – dalla Corte Costituzionale di Varsavia giovedì scorso, è un precedente storico inedito, che ha scosso le istituzioni europee. E, forse non a caso, la decisione giunge nei giorni in cui la stessa Polonia figura tra i 12 paesi dell’Unione che hanno chiesto stanziamenti di fondi comunitari per finanziare muri anti-migranti: Lituania, Lettonia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Estonia, Bulgaria, Cipro e – incredibile a dirsi – Grecia e Danimarca; questi i paesi che chiedono fondi per innalzare muri di contenimento che sbarrino la strada agli immigrati.”Questa sentenza compromette la possibilità dell’Unione Europea di proteggere i diritti umani in uno stato membro – ha dichiarato Eve Geddie, direttrice del dipartimento di Amnesty International presso le istituzioni europee a proposito della decisione di qualche giorno fa da parte della Corte Costituzionale Polacca – La Polonia è entrata in rotta di collisione con l’Unione Europea“.
La stessa Amnesty International pochi giorni fa aveva fatto emerge con evidenza le gravi violazioni di diritti dei richiedenti asilo lungo il confine con la Bielorussia: 32 afghani sono stati respinti dal governo polacco, in grave violazione delle normative sui richiedenti asilo dell’Unione Europea, e in opposizioni alle chiare indicazioni della Corte europea dei diritti umani. Secondo le indagini di Amnesty, 5 persone sono morte di ipotermia.
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Estrema destra europea: Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Marine Le Pen (Rassemblement National)

Giorgia Meloni e Marine Le Pen.
Le destre sovraniste europee hanno accolto con favore la decisione del governo polacco di indirizzare la corte costituzionale verso tale decisione. Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale – estrema destra francese – è accorsa in difesa della Polonia, accusando l’Unione Europea di voler instaurare una “dittatura giacobina”. Giorgia Meloni del partito di estrema destra italiano Fratelli d’Italia ha ricordato che la Costituzione voluta dal popoli italiano “viene prima delle norme decise a Bruxelles, perché si può stare in Europa a testa alta, non solo in ginocchio come vorrebbe la sinistra“.

In verità, come è possibile leggere nel Trattato UE firmato dai paesi membri, la Polonia, nel chiedere di aderire all’Unione Europea, certificò che il testo ratificato al momento del suo ingresso fosse compatibile con la propria costituzione e con i propri principi. Ora, 17 anni dopo l’ingresso della Polonia nell’UE avvenuto il 1° Maggio 2004, Varsavia rovescia il tavolo e decide autonomamente che nessuna legge dell’UE potrà superare le leggi polacche.

Così, l’Unione non potrà intervenire su leggi che consentano di creare zone libere da persone LGBTQ+, o leggi che vietino di “pronunciare la parola omosessualità” nelle scuole, negli strumenti editoriali e contenuti per l’infanzia, o su leggi che violino diritti dei rifugiati, che neghino asilo politico, eccetera?

Un “eccetera” non più accettabile dai cittadini dell’Unione Europea.

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Franzc Dereck 11.10.21 - 13:51

Continua implacabile , l'erosione, da parte di Russia Cina ed anche USA, contro un Continente Europa forte , prospero e cuore dei diritti inalienabili dell'Uomo.

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