La Polonia non riconosce più la supremazia delle leggi dell’Unione Europea sulle proprie. Lo ha stabilito il 7 Ottobre la Corte Costituzionale polacca, con una decisione senza precedenti nella storia dell’UE. La sentenza ribalta il principio del primato della legge UE su quella nazionale, stabilendo che ogni norma o atto europei, per essere applicati in Polonia, non possono essere in contrasto con la costituzione polacca.
Com’è noto, in Polonia alcune amministrazioni federali – cosiddette municipalità, assimilabili alle nostre province – si sono autoproclamate “LGBT free zone“. Su questo, Rai 3 ha trasmesso lo scorso agosto un documentario, che potete trovare embeddato qui.
Lo strappo definitivo di rifiutare la supremazia di leggi e provvedimenti europei sui propri, attuato – chiaramente su mandato politico del governo – dalla Corte Costituzionale di Varsavia giovedì scorso, è un precedente storico inedito, che ha scosso le istituzioni europee. E, forse non a caso, la decisione giunge nei giorni in cui la stessa Polonia figura tra i 12 paesi dell’Unione che hanno chiesto stanziamenti di fondi comunitari per finanziare muri anti-migranti: Lituania, Lettonia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Estonia, Bulgaria, Cipro e – incredibile a dirsi – Grecia e Danimarca; questi i paesi che chiedono fondi per innalzare muri di contenimento che sbarrino la strada agli immigrati.”Questa sentenza compromette la possibilità dell’Unione Europea di proteggere i diritti umani in uno stato membro – ha dichiarato Eve Geddie, direttrice del dipartimento di Amnesty International presso le istituzioni europee a proposito della decisione di qualche giorno fa da parte della Corte Costituzionale Polacca – La Polonia è entrata in rotta di collisione con l’Unione Europea“.
Giorgia Meloni e Marine Le Pen.
Le destre sovraniste europee hanno accolto con favore la decisione del governo polacco di indirizzare la corte costituzionale verso tale decisione. Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale – estrema destra francese – è accorsa in difesa della Polonia, accusando l’Unione Europea di voler instaurare una “dittatura giacobina”. Giorgia Meloni del partito di estrema destra italiano Fratelli d’Italia ha ricordato che la Costituzione voluta dal popoli italiano “viene prima delle norme decise a Bruxelles, perché si può stare in Europa a testa alta, non solo in ginocchio come vorrebbe la sinistra“.
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In verità, come è possibile leggere nel Trattato UE firmato dai paesi membri, la Polonia, nel chiedere di aderire all’Unione Europea, certificò che il testo ratificato al momento del suo ingresso fosse compatibile con la propria costituzione e con i propri principi. Ora, 17 anni dopo l’ingresso della Polonia nell’UE avvenuto il 1° Maggio 2004, Varsavia rovescia il tavolo e decide autonomamente che nessuna legge dell’UE potrà superare le leggi polacche.
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Così, l’Unione non potrà intervenire su leggi che consentano di creare zone libere da persone LGBTQ+, o leggi che vietino di “pronunciare la parola omosessualità” nelle scuole, negli strumenti editoriali e contenuti per l’infanzia, o su leggi che violino diritti dei rifugiati, che neghino asilo politico, eccetera?
Un “eccetera” non più accettabile dai cittadini dell’Unione Europea.
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Continua implacabile , l'erosione, da parte di Russia Cina ed anche USA, contro un Continente Europa forte , prospero e cuore dei diritti inalienabili dell'Uomo.