Come pronosticato pochi giorni fa, nel tardo pomeriggio di ieri la camera bassa del parlamento polacco, il Sejm, ha approvato il progetto di riforma della legge sull’istruzione che andrebbe a rafforzare il controllo dello Stato sulle scuole e sui contenuti educativi extracurriculari che vi vengono insegnati. Con questa nuova norma, l’Esecutivo punta ad eliminare dalle scuole i contenuti non conformi alle idee del governo ultraconservatore, soffermandosi soprattutto su quelli relativi all’educazione sessuale. Il ministro dell’Istruzione Przemysław Czarnek ha ribadito come lo Stato debba essere in grado di bloccare tutto ciò che costituisce “una minaccia per la moralità dei bambini“. A detta del ministro questa legge sarebbe necessaria per “depoliticizzare” le scuole “politicizzate” del Paese. Ricostruzione a dir poco curiosa, visto e considerato che con simile riforma sarà proprio la politica a decidere cosa insegnare e non all’interno degli istituti scolastici.
Czarnek è tristemente noto per le sue dichiarazioni omofobe e sessiste. In tv, nel corso di un dibattito, tuonò: “Smettiamola di ascoltare queste sciocchezze sui diritti umani. Queste persone [riferendosi alle persone LGBTI] non sono persone normali”. Successivamente ha invitato le scuole polacche a concentrarsi sull’insegnamento delle “virtù femminili” alle ragazze.
Nel sistema educativo polacco, le ONG sono fondamentali nel fornire attività che integrino il curriculum educativo con contenuti civici e aiutino gli studenti in tempi di crisi e conflitti. Attività extrascolastiche che grazie a questa nuova legge saranno bandite, dando più poteri ai sovrintendenti scolastici, dirigenti regionali che riportano direttamente al ministero. Questi famigerati sovrintendenti avranno anche il potere di influenzare l’elezione dei presidi, così come potranno cacciarli. Inoltre, se genitori e insegnanti dovessero essere d’accordo sui contenuti presi in esame a scuola, l’intermediario del ministero potrà comunque vietarli.
La riforma passerà ora al Senato. Duro il commento a ElPais di Iga Kazimierczyk, pedagoga e presidente della fondazione Espacio para la Educación: “Potrebbe non sembrare qualcosa di serio o pericoloso, ma con il governo che abbiamo è un serio rischio”. “Quello che introduce la legge è un meccanismo, ma dietro c’è l’intenzione di eliminare l’insegnamento dei diritti umani, dell’educazione sessuale e dei diritti LGBTI”. Cosa ancor più incredibile, il ministero vuole imporre una materia obbligatoria chiamata Storia e Presente, con “contenuti tratti dalla narrativa di Diritto e Giustizia“, partito del presidente della Repubblica Andrzej Sebastian Duda, che comprenderebbero temi come la sua visione dell’UE, il cattolicesimo, Giovanni Paolo II, ecc.
“Gli studenti che fanno parte della comunità LGTBI hanno paura perché rimarranno soli, incapaci di parlare con nessuno“, ha denunciato Dominik Kuc, giovane attivista nonché membro di una ONG che opera nel campo dell’educazione e della diversità. “Sarà impossibile offrire informazioni sulla non discriminazione, la comunità LGTBI è stata completamente cancellata dal curriculum educativo“.
Remy Bonny di Forbidden Colours, organizzazione europea per la difesa dei diritti LGTBI, ha concluso:
© Riproduzione Riservata“Dopo anni di retoriche campagne contro la comunità LGBTIQ+, il governo polacco si è ufficialmente unito a Russia e Ungheria come capro espiatorio legale della comunità LGBTIQ+ per smantellare la democrazia e i diritti umani. I bambini sono la prossima vittima della guerra polacca all’inclusione e alla democrazia”. “Chiedo agli Stati membri dell’UE di esercitare la maggior pressione diplomatica possibile sul governo polacco. Nessun bambino nell’Unione europea dovrebbe essere vittima di bullismo da parte del suo governo”.