L’ultima denuncia di omofobia all’italiana arriva da Roma, zona Pigneto, quartiere multietnico, giovanile, in un bar in pieno giorno. A riportare quanto accaduto è Marco, su Facebook, che premette “non sono alla ricerca di attenzioni o forma di vittimismo“, volendo semplicemente denunciare l’urgenza di una legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.
In questo bar del Pigneto Marco si imbatte in una conversazione animata tra due uomini seduti al tavolino.
“QUELLO È UN FR*CIO, UN FROCIO DEMM*RDA”.
“STI FR*CI DEMMER*A”.
“LI DOVREBBERO AMMAZZA’ TUTTI”.
Alla quarta frase aggressiva, urlata, lanciata per aria nella più totale indifferenza delle altre persone sedute nel negozio accanto o dei passanti, Marco si ferma e si rivolge al signore, chiedendo gentilmente l’utilizzo di un linguaggio meno aggressivo e se gentilmente potesse spiegliargli “come mai I FR*CI DOVREBBERO ESSERE AMMAZZATI TUTTI“. L’uomo, a quel punto, reagisce aspramente, in modo violento.
“MA TE CHI SEI? MA CHE VOI?”
Marco risponde che sarebbe “uno di quei Fr*ci che dovrebbero essere ammazzati“, e qui l’uomo esplode: “AH SEI FR*CIO? È UN PROBLEMA TUO SE SEI FR*CIO. LEVATE, STAMME LONTANO SE SEI FR*CIO“.
“Non scrivo le varie altre sfumature di insulto che ho dovuto ascoltare solo per aver fatto una domanda educatamente“, continua Marco. “Per di più davanti ad altre, forse, 20 persone tra uomini, donne, negozianti. Al 15esimo insulto e incitazione ad andare via e stare lontano da lui, probabilmente perché sono un fr*cio lebbroso che gli attacca qualche malattia incurabile, il signore si è alzato in piedi e ha messo la faccia a 1 cm dalla mia, mi ha guardato negli occhi con fare cattivo e mi ha detto: “LEVATE SENNO TE DO ‘NA TESTATA“. A quel punto il proprietario del Bar, il quale aveva precedentemente chiesto A ME (e non a lui) di andare via, lo ha preso per le braccia da dietro e lo ha allontanato“.
Marco chiama la polizia, la quale gli dice che c’erano molte chiamate e che sarebbero arrivati il prima possibile. “Ho detto loro che ero stato aggredito verbalmente e che volevano menarmi e la loro domanda è stata: “Ci può dire il motivo? Che cosa le hanno detto?”. Alla mia spiegazione hanno detto: “Ok, arriveremo appena possibile“.
Ma il tempo passa e nessuno si vede.
Dal quel momento in poi sono passate circa 2 volanti dei carabinieri (lentamente, senza sirena, senza evidenti cose da fare altrove) che vedevano la scena, una della polizia, e nessuno si è mai fermato. I passanti non hanno proferito parola, io ero solo in mezzo alla strada con accanto solo un signore del mio palazzo che mi ha riconosciuto e tutti gli altri si sono dileguati o sparsi. La polizia dopo 25 minuti non era ancora arrivata, i due energumeni se ne sono andati e io mi sono beccato una pacca sulla spalla dal vicino che mi ha detto se volessi dell’acqua.
“È andata bene perché salvo qualche lacrima di rabbia che ad un certo punto sono inevitabilmente scese per la tensione, ormai le spalle sono belle larghe e non mi faccio abbattere da due ignoranti e, per fortuna, non mi hanno pestato di botte“, ha concluso Marco, domandandosi. “Ma dove era la polizia? Dove era il mio diritto ad essere protetto in quanto ESSERE UMANO? Dove era il buonsenso CIVICO delle persone presenti? E soprattutto, la sera posso rientrare a casa sereno visto che sono sempre li a bere e il mio portone è a qualche metro più avanti? È necessario che questa legge venga approvata. È necessario che ne vengano approvate molte altre perché il nostro diritto alla felicità e alla libertà è essenziale quanto quello di tutti gli altri esseri umani nati su questo pianeta“.
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La nobile Dama Casellati , poi , sporge denuncia per le minacce ed offese che le vengono profferite poiché non fa la sua parte per mandare avanti il DDL Zan !
Gliela potevi dare tu una testata e vediamo se le forze dell'ordine non sarebbero accorse! Avresti ottenuto l'ottenibile! E manco avresti riferito mi ci gioco le palle che dicono che non abbia!