Secondo le stime, la popolazione della Russia dovrebbe calare di 30 milioni nel prossimo decennio. E il governo corre ai ripari. Ma come? Prendendosela, ovviamente, con la comunità LGBT. Secondo l’omofoba Russia, infatti, il problema del Paese sono le influenze occidentali che minano i valori tradizionali, portando nel Paese omosessualità, transessualità, aborti e relazioni poliamorose.
Difficile da credere, ma è purtroppo vero. Tutto questo è stato affermato dal deputato Vladimir Krupennikov, il quale ha lanciato la sua proposta durante una conferenza di Russia Unita (il partito di Putin che governa il Paese).
Secondo il deputato, l’obiettivo dell’Occidente è quello di “cercare di corrompere i nostri giovani“, come ha affermato al canale tv Kommersant.
La Russia vuole cancellare la comunità LGBT
L’incontro mirava appunto a una risoluzione per aumentare la natalità in Russia, e quale modo migliore se non inasprendo le leggi anti-LGBT già vigenti? La proposta di Krupennikov è quasi inverosimile, per noi.
La protezione dei valori tradizionali russi partirebbe dal divieto di propaganda bisessuale e poliamorosa. Censura assoluta della sicurezza per la donna nell’aborto, così come il divieto assoluto di disegnare i simboli LGBT. Inasprimento delle pene per chi viola le regole.
Nel mirino anche le persone transgender, per le quali si pensa al divieto di transizione, sia tramite terapia ormonale che interventi chirurgici.
La proposta è stata apprezzata dalla politica omofoba russa, con molti a sostegno della pericolosità dei valori occidentali, a scapito della grande patria:
Senza tali misure, è impossibile aumentare il tasso di natalità nel paese.
Al momento, non si sa se l’idea di Krupennikov diventerà presto una formale proposta di legge, ma se così fosse vedrà l’appoggio di una larghissima maggioranza, convinta che con l’eliminazione della comunità LGBT la Russia tornerà una ricca e popolata nazione (basti pensare che la legge anti-LGBT del 2013 è stata votata da tutti tranne un unico parlamentare, che si astenne).
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