La Scala Kinsey, conosciuta anche come scala di classificazione dell’orientamento eterosessuale-omosessuale, è un modello che, seppur obsoleto al di fuori del mondo accademico, ha rappresentato una rivoluzione all’epoca in cui fu pubblicato.
Negli anni Quaranta, periodo in cui gli omosessuali venivano perseguiti, incriminati, incarcerati, Alfred Kinsey pubblicò nel suo libro “Sexual Behaviour in the Human Male” (1948), la scala omonima, composta da 7 livelli (che vanno dal livello 0, riguardante i soggetti esclusivamente eterosessuale, al livello 6, che analizza i soggetti esclusivamente omosessuali).
Questo modello fu il primo ad ipotizzare che la sessualità non è rappresentata da un unico binario, dove gli individui possono essere esclusivamente eterosessuali o esclusivamente omosessuali, bensì che è composta da diverse sfumature.
In questo articolo ne approfondiamo le caratteristiche, gli usi, le sue limitazioni e ti indirizziamo ad alcuni test affidabili basati sulla scala Kinsey che puoi provare sin da ora.
Leggi anche: i migliori test sull’orientamento sessuale
In questo articolo
- 1 Scala Kinsey: i 7 livelli
- 1.1 Livello 0. Soggetto esclusivamente eterosessuale.
- 1.2 Livello 1. Soggetto eterosessuale e, in qualche rara occasione, omosessuale.
- 1.3 Livello 2. Soggetto eterosessuale, ma con una forte componente omosessuale
- 1.4 Livello 3. Soggetto completamente bisessuale
- 1.5 Livello 4. Soggetto omosessuale, ma eterosessuale in più occasioni
- 1.6 Livello 5. Soggetto omosessuale, ma in qualche rara occasione eterosessuale
- 1.7 Livello 6. Soggetto esclusivamente omosessuale
- 2 I risultati della scala di Kinsey
- 3 Scala di Kinsey: le controversie
- 4 Le limitazioni della scala Kinsey
- 5 Test basati sulla scala Kinsey. Provali ora
Scala Kinsey: i 7 livelli
Lo scopo principale della scala Kinsey non fu quello, ulteriormente, di categorizzare, bensì di dimostrare quanto sia alto il numero di persone che non si riconoscono nei due estremi (livello 0 e livello 6). E, soprattutto, quanto l’omosessualità non sia una cosa che riguarda individui perversi, malati, bensì che può riguardare tutti. Si tratta, quindi, di un modello che all’epoca fu avanguardista, seppur ci vollero tanti altri anni affinché l’omosessualità venisse cancellata dall’elenco delle malattie mentali da parte dell’OMS.
Attraverso interviste di laboratorio e test, Alfred Kinsey diede una prima definizione del rapporto tra eterosessualità e omosessualità.
La scala di Kinsey, come ben spiegato dal manuale “Sessuologia medica. Trattato di psicosessuologia, medicina della sessualità e salute della coppia” (Lenzi, Jannini e Maggi) indaga, in particolare, “quattro aspetti della sessualità: l’autoidentificazione sessuale; il tipo di attrazione sessuale, il tipo di fantasia sessuale e la modalità del comportamento sessuale”.
Essa è suddivisa nei seguenti livelli:
Livello 0. Soggetto esclusivamente eterosessuale.
Coloro che si pongono in questo livello non hanno contatti fisici che portano a orgasmo e non hanno risposte fisiche nei riguardi delle persone dello stesso sesso. Questi contatti e risposte sessuali si hanno esclusivamente con partner del sesso opposto.
Livello 1. Soggetto eterosessuale e, in qualche rara occasione, omosessuale.
Gli individui in questo livello hanno occasionali, seppur rari, contatti sessuali con persone dello stesso sesso, con un coinvolgimento psicosessuale. Oppure, semplicemente, delle attivazioni a livello mentale, senza alcun contatto fisico. La maggior parte delle esperienze sessuali sono rivolte verso partner del sesso opposto.
Livello 2. Soggetto eterosessuale, ma con una forte componente omosessuale
Si ritrovano in questo livello coloro che hanno maggiori contatti e risposte sessuali con persone del sesso opposto, ma che, in maniera più che occasionale, rispondono in maniera decisa a stimoli omosessuali.
Livello 3. Soggetto completamente bisessuale
Per soggetto completamente bisessuale si intende quella persona ugualmente eterosessuale ed ugualmente omosessuale. Al livello intermedio della scala Kinsey ci sono le persone che apprezzano sia il contatto fisico e l’attivazione mentale con partner dello stesso sesso sia con quelli del sesso opposto. Non hanno particolari preferenze per gli uni o per gli altri.
Livello 4. Soggetto omosessuale, ma eterosessuale in più occasioni
Seppur la maggioranza dell’attività sessuale e delle reazioni psichiche siano omosessuali, i soggetti in questo livello rispondono in maniera decisa a stimoli di tipo eterosessuale.
Livello 5. Soggetto omosessuale, ma in qualche rara occasione eterosessuale
Le persone che, attraverso il test di Kinsey, si posizionano in questo livello hanno un orientamento quasi unicamente omosessuale, nonostante abbiano rare esperienze di tipo eterosessuale.
Livello 6. Soggetto esclusivamente omosessuale
Gli individui del livello 6 non hanno contatti fisici e attivazioni mentali con membri del sesso opposto.
I risultati della scala di Kinsey
I risultati che Alfred Kinsey aveva raggiunto con il primo campione erano, a tutti gli effetti, sconcertanti: i rapporti del suo test trovarono che quasi il 46% degli uomini aveva “interagito” sessualmente con persone di entrambi i sessi da adulti, di cui il 37% aveva avuto almeno un’esperienza omosessuale; il 10% dei maschi era stato “pressoché esclusivamente omosessuale per almeno tre anni tra i 16 e i 55 anni”. Percentuali che, ancora oggi, sconvolgerebbero se ben divulgate.
Lo scienziato, come abbiamo anticipato, voleva mostrare che la linea di confine tra eterosessualità e omosessualità non è così netta, come in molti e molte tenderebbero a credere. L’orientamento sessuale, infatti, sembrerebbe molto più tendente alla bisessualità, leggera o accentuata, essendo questa presente nei numeri da 1 a 5 della scala, ed esclusa solo dai numeri 0 e 6.
Supponiamo adesso che la popolazione sia distribuita in modo proporzionale tra i numeri 0 e 6, ovvero che in ogni risultato da 0 a 6 vi sia un settimo di popolazione totale. Avremmo così che, circa il 14% delle persone, sentirebbe di appartenere a uno dei sette grandi gruppi, ognuno con la sua varietà interna. E che quindi le persone solamente etero o omo sarebbero meno del 30%. Mentre, quelle con orientamento bisessuale più del 70%.
Se così fosse, non resteresti di stucco?
Scala di Kinsey: le controversie
La scala di Kinsey fu di certo il primo ed unico modello che poteva rivoluzionare il mondo, se fosse stato accolto nel modo giusto a tempo debito, e non frenato dai conservatori.
L’intenzione dei conservatori fu, appunto, quella di screditare il sessuologo statunitense, prima che trovasse nuovi finanziamenti per i suoi studi su un nuovo campione di persone.
Un’accusa a lui rivolta fu quella di aver usato un “campione non casuale”, che mal spiegava la realtà, perché includeva ex-detenuti e persone che si erano prostituite.
Kinsey fu criticato per aver “esasperato”, così, il numero di comportamenti omosessuali presenti nella popolazione. Non ricevette altri finanziamenti.
Le limitazioni della scala Kinsey
La scala di Kinsey, come hai potuto leggere in uno dei precedenti paragrafi, presuppone che ci siano solo 7 livelli. Tuttavia, nel 2020 sappiamo bene quanto il ventaglio degli orientamenti sessuali sia molto più ampio ed includa persone la cui identità di genere è non binaria, ovvero coloro che non si sentono sempre, solamente e completamente maschio o femmina.
Le sfumature degli orientamenti sessuali sono pressoché infinite. In una nostra guida alle bandiere LGBT facciamo un elenco dei vari orientamenti sessuali e identità di genere che la scala Kinsey non tiene in considerazione. Tra questi ci sono, ad esempio gli asessuali che non provavo attrazione sessuale verso alcuno e che hanno un proprio vessillo per rivendicare il loro orgoglio. Ci sono, inoltre, i pansessuali, ovvero quelle persone attratte da altri individui indipendentemente dall’identità di genere a cui appartengono, e che non sono da confondere con i bisessuali. Ti invitiamo a dare una lettura all’articolo per approfondirne la conoscenza.
Test basati sulla scala Kinsey. Provali ora
Su internet si trovano vari test basati sulla scala Kinsey:
- Un test in italiano e per donne è presente sul sito Al Femminile che tende a valutare l’orientamento seguendo criteri piuttosto etero-normati;
- Un altro test in italiano basato sulla scala Kinsey lo puoi trovare sul blog culturale Gulliber;
- Test in inglese molto affidabili sono presenti su siti famosi come quelli di My Sexual Orientatione di Vistriai;
- Altrimenti, puoi fare un nostro test simpatico e che non pretende affatto di stabilire in modo accurato l’orientamento sessuale di una persona.
Vedendo come la cultura e i comportamenti sessuali siano in continua evoluzione, ti proponiamo di svolgerne alcuni.
Se conosci l’inglese, quello di My Sexual Orientation è di certo tra i migliori. In base ai risultati ottenuti e a come percepisci la realtà che ti circonda potresti, per esempio, iniziare a valutare l’ipotesi che formulavamo poco fa, cioè la possibilità che su ogni gradino della scala Kinsey stia un settimo della popolazione.
Considerando, ovviamente, che nella vita la posizione può variare e che la cultura può influire molto sull’ orientamento sessuale… come sui risultati del test!
Non sentirti, comunque, categorizzato da Kinsey.
Il suo tentativo, ricordiamo, era al contrario, quello di rendere più fluide le categorie esistenti, ossia lo stesso scopo che ci proponiamo noi oggi:
“Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso”
(Alfred Kinsey, Il comportamento sessuale dell’uomo, 1948.)
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