Un nuovo studio ha riportato dei dati interessanti sui rapporti sessuali nel corso della pandemia. Se si è notato un ovvio crollo degli incontri tra il 10 aprile e il 10 maggio, lo studio condotto dalla Vanderbilt University rivela che una considerevole percentuale ha preferito nascondere la positività al Covid 19 al partner.
Lo studio ha analizzato il comportamento di 750 gay e bisex che vivono negli Stati Uniti. Oltre a questa “omissione”, si è notato però anche come le persone LGBT abbiano cercato un partner facendo una selezione più accurata e riducendo il numero di appuntamenti. La causa? Naturalmente, la pandemia in corso. È stata questa che ha trasformato l’incontro “tradizionale” in sesso virtuale, il più sicuro in assoluto.
A modificarsi è stato anche il comportamento vero e proprio, dando molta più attenzione all’igiene personale, partendo dal semplice lavaggio delle mani una volta a casa.
Onestà e omissione a confronto ai tempi di una pandemia
Se il 59% degli intervistati ha risposto che era importantissimo conoscere lo stato di salute del partner e il 45% voleva anche sapere le precauzioni che gli stessi adottavano per evitare il contagio, una gran parte non sarebbe stato onesto. Insomma: si richiede onestà, ma molti non avrebbero informato il partner di eventuali sintomi o di essere risultati positivi al test.
Scendendo nel particolare, l’11% ha detto di aver avuto una malattia influenzale durante il mese preso in esame. Di questi, il 39% ha avvertito il partner. Il 61% lo ha mantenuto per sé. In questo caso, è da sottolineare, si parla di malattia influenzale ma non necessariamente di Covid 19.
Purtroppo, però, lo studio non ha cercato di capire le cause di questa disonestà tra partner. Sarà troppo grande la paura di rimanere soli anche dopo la fine della pandemia?
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