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Seul Pride, l’apparizione di “Gesù” blasta gli omofobi

Nel paese asiatico c’è una forte opposizione ai diritti LGBT da parte delle chiese cristiane coreane. Che però non hanno fatto i conti con “Gesù” al Pride.

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Nel weekend la capitale della Corea del Sud ha tenuto il suo Pride, accompagnato dalle proteste della forte comunità cristiana del Paese: ma stavolta “Gesù” ha voluto dire la sua.

Un uomo ha partecipato al corteo LGBT di Seul, il più grande della storia del Paese con 85.000 persone per le strade della città, impersonando Gesù con l’eloquente cartello “I’m cool with it”.

Una goliardata che assume i contorni del colpo di genio quando la parata incontra il sit in degli omofobi con lo striscione “L’omosessualità è un peccato! Rivolgetevi a Gesù!” e il messia improvvisato si sofferma per una foto, regalando al Pride coreano un’immagine diventata virale.

In Corea del Sud, nonostante sia uno dei paesi asiatici più aperti sui temi LGBT, non ci sono ancora specifiche leggi di tutela né di riconoscimento delle persone e delle coppie gay. Complice la pressione delle frange più conservatrici della società e delle chiese cristiane di Corea anche l’espressione pubblica dell’omosessualità è un tabù.

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