Silvana De Mari potrebbe restare impunita: la procura sostiene che il reato non sia contestabile. L’ultima parola ora spetta al gup.
Silvana De Mari, medico, scrittrice fantasy per bambini e accanita omofoba potrebbe evitare il processo per diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione e dall’odio razziale nato dalla denuncia del Torino Pride a seguito delle sue uscite omofobiche.
Tra le altre cose dette la De Mari, fustigatrice del sesso anale, aveva rivendicato “L’omofobia come diritto umano” e aveva sostenuto l’equiparazione tra “I gay e la nuova razza ariana” oltreché annunciare “Io sarò colei che distruggerà il movimento LGBT”.
Il caso è stato affidato dalla Procura di Torino ai magistrati che si occupano dei reati connessi alla Legge Mancino, il principale strumento della legge italiana contro i crimini d’odio, che punisce gesti, azioni, slogan nazifascisti o aventi come scopo l’incitazione all’odio razziale, religioso, etnico o nazionale. Una norma che, come noto, non contempla l’orientamento sessuale e l’identità di genere e che per questo andrebbe integrata con la legge contro l’omotransfobia che continua a giacere in Senato da quattro anni.
Tuttavia secondo gli stessi magistrati torinesi, il reato non sarebbe contestabile perché la De Mari si rivolgeva a una pluralità indiscriminata di persone e non a soggetti specifici. Il legale del Torino Pride si è opposto alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero. Ora la decisione di rinviare a giudizio la De Mari e proseguire o meno con il processo spetta al giudice dell’udienza preliminare.
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e meno male che è stata assolta piuttosto. ci mancava la protomartire della causa antigender. Del resto non poteva finire diversamente vista la risibilità della denuncia.E sarebbe ora che l'arcigay si provvedesse di una decente consulenza legale, per evitare da ora in poi azioni balorde come questa. Fa il paio con la denuncia per alto tradimento contro Napolitano presentata tempo fa dagli avvinazzati di destra.