Detto, fatto. L’appuntamento ‘in drag’ sulla pagina FB di Simone Pillon, organizzato per ieri sera da Ava Hangar dopo le critiche del senatore a Ilary Blush, ha fatto furore. Migliaia e migliaia di commenti hanno invaso l’account di Pillon, con gif, video e immagini coloratissime, ma lui, ancor prima del via, ha provato a mettere le mani avanti, gridando alla censura preventiva da parte della comunità LGBT.
“Dice che stasera 17 febbraio alle 21.00 un esercito di drag queen invaderà la mia pagina per vendicarsi del post di ieri in cui pubblicavo quanto accaduto nel liceo Bassi di Bologna“, scrive il padre del Family Day. “Ovviamente sono terrorizzato. La questione tuttavia non può esser risolta in una battuta“. Ed è qui che Pillon indossa gli abiti della vittima, che chiaramente da tempo non vedeva l’ora di ritrovarsi sotto mano.
Si tratta infatti di minacce inaccettabili e di vere e proprie prove generali della censura, già sperimentata durante il mio processo penale e che sarà poi completata dall’approvazione della legge sull’omofobia (pdl Zan). Secondo questi maestri della democrazia e del pluralismo, nessuno deve fermare l’indottrinamento dei nostri figli, visto che, ovviamente, il gender non esiste, nè esiste la lobby LGBTQYZ ETCETC. Messaggi* ai navigant*: NON CI FERMERETE. CONTINUEREMO A RACCONTARE LA VERITÀ.
Un messaggio che rispediamo al mittente, perché sarete voi a non fermare noi, con continui incitamenti all’odio, diffamanti menzogne e insulti, che vanno a indottrinare i più piccoli con fare estremista e discriminatorio. La nostra risposta, come avete potuto vedere, è stata più che pacifica. Colorata, glitterata, irriverente, semplicemente favolosa. Nei commenti a questo post, che trovate a seguire, le migliaia di drag in festa.
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