Ieri, la consigliera di maggioranza di Rieti si era opposta al Lazio Pride 2020, per il quale la città si è candidata. La notizia non è piaciuta affatto alla Rosati, la quale in un post su Facebook aveva anche proposto un binomio pericoloso e frutto di ignoranza: comunità LGBT e pedofilia. A seguito di tale dichiarazione, in serata erano arrivate le critiche da parte di Gay Center e un duro attacco da parte della senatrice Monica Cirinnà:
CONSIGLIERA DI RIETI IGNORANTE, PARTECIPI A INCONTRI LGBT+
Le dichiarazioni di Letizia Rosati, consigliera comunale di Rieti, relative alla candidatura della città per il Lazio Pride, proposta dalle associazioni, sono un inaccettabile esempio di pregiudizio ideologico intriso di omotransfobia, oltre che della più becera ignoranza della comunità LGBT+ e delle sue sacrosante rivendicazioni. Dichiarazioni tanto più gravi perché, a quanto apprendo, la signora Rosati è delegata del Sindaco alla scuola, oltre che insegnante.La città e il meraviglioso territorio di Rieti meritano molto di più: sono e sarò a fianco del partito locale, delle associazioni e di chiunque vorrà reagire all’oscurantismo promuovendo iniziative idonee a rafforzare una cultura dell’inclusione e del rispetto di ogni diversità. Si inviti a queste iniziative anche la consigliera Rosati, che potrà così superare i propri pregiudizi con la conoscenza e l’ascolto delle storie di tante ragazze e ragazzi che lottano ogni giorno per poter essere se stessi e amare come il loro cuore comanda. La democrazia è più forte quando l’eguaglianza è praticata, e non solo proclamata.
Ma le critiche sul Lazio Pride non potevano finire qui. Al commento della consiglio Rosati si è aggiunto quello del sindaco di Rieti, al quale si era chiesto di prendere le distanze dalla dichiarazione della consigliera. Un atto naturalmente non preso in considerazione.
La dichiarazione del sindaco Cicchetti di Rieti
Il pride a Rieti non si farà. Questo il messaggio del sindaco Cicchetti, nel corso di un’intervista radiofonica. Quando il conduttore gli domanda se sarebbe contento di ospitare un pride a Rieti, il sindaco ha affermato:
No. Io rispetto tutte le identità, però l’esibizione mi da fastidio, anche in termini di machismo. Ma è l’esibizione che mi da fastidio. Quindi, detesto certe manifestazioni. […] Ma il gay pride chi lo decide? Lo decide Tizio che può essere il rappresentante di un’associazione o l’amministrazione comunale? […] Secondo me, la maggioranza dei cittadini di Rieti non ama questo genere di manifestazioni.
E alla possibilità di far conoscere la città, vista l’afflusso di turisti che questo evento porterebbe, domanda il cronista:
Ci sono mille modi per far conoscere la nostra città, e ci stiamo lavorando. Non credo che si debba ricorrere a qualsiasi cosa pur di farsi conoscere.
Una linea, quella del sindaco, appoggiata dai cittadini di Rieti, come indicato dai due conduttori della trasmissione radio tramite i messaggi giunti in redazione. Quindi, nessuna autorizzazione da parte dell’amministrazione comunale.
Ma un sindaco può non rilasciare le autorizzazioni?
Tutte le manifestazioni sono garantite dalla Costituzione italiana, e un sindaco non può vietare una manifestazione. Gli organizzatori di una manifestazione difatti deve inviare una comunicazione alla Questura, la quale può vietarla solo per comprovati motivi di ordine pubblico.
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Chi lo decide se i gay possono manifestare? Lo decide l'amministrazione comunale suggerisce il sindaco!? Gli do una notizia vecchia di 70 anni, è la costituzione repubblicana del 1948 che ha deciso chi può fare una manifestazione e la risposta è tutti, ex articoli 17, che dice che TUTTI I CITTADINI possono riunirsi pacificamente e senza armi e senza bisogno di autorizzazione. A quanto pare prima gli italiani, come dice la destra, signfica priam gli italiani tranne gli italiani gay, ai quali si vuole togliere il diritto di riunione previsto dalla costituzione.