L’influencer marocchina Sofia Taloni (alias Naofal Moussa), il mese scorso ha incaricato i suoi 627.000 follower di Instagram di iscriversi alle app di incontri gay come Grindr e Romeo, creando dei profili falsi, farsi inviare le foto hot e del viso dagli utenti. Queste foto poi dovevano essere caricate su dei gruppi di Facebook, con un’ondata incredibile di outing in Marocco.
Negli ultimi giorni, dopo che il suo account è stato oscurato più volte, ha spiegato il perché di questo outing di massa. Un outing è pericolosissimo in Marocco, Paese dove l’omosessualità è reato. Nella sua folle motivazione, spiega che non voleva che l’outing portasse a suicidi e violenze. Ma voleva solamente umanizzare e sensibilizzare l’omosessualità in Marocco.
E’ già di per sé preoccupante il fatto che una persona transgender come lo è Sofia Taloni non sappia che l’outing è un’azione che potrebbe provocare problemi gravi sia a livello familiare, privato e sociale. Ma seguendo la sua folle teoria, come potrebbe la diffusione di foto private sensibilizzare e umanizzare l’omosessualità?
La giravolta dell’influencer dopo l’outing in Marocco
A Reuters, Sofia Naloni ha spiegato:
La mia intenzione era di umanizzare, non demonizzare e normalizzare i gay in Marocco. Quindi smettiamo di pensarli come emarginati. Volevo letteralmente che le persone pensassero alle persone gay come l’uomo o la donna della porta accanto. E per fermare la fantasia negativa su chi sono le persone gay, come sembrano e come vivono.
Ma solamente il mese scorso, dopo la prima ondata di outing in Marocco, aveva confermato di non essere pentita di quello che aveva fatto. Aveva anche detto di continuare a creare account, in modo da poter sempre essere online con i suoi video. Infatti, dopo poco i profili venivano segnalati in massa. In quell’occasione, tramite The Moroccan Times, l’influencer aveva anche detto che i gay marocchini dovevano essere esclusi dalla società perché erano loro i responsabili delle segnalazioni ai suoi profili Instagram.
La comunità gay marocchina ha condiviso il mio profilo su molti gruppi di Facebook e ha incoraggiato le persone a segnalarmi in modo che il mio account venisse disattivato. Tutto questo per gelosia, perché ho successo su varie piattaforme di social media.
E mentre continua a lucrare su una minoranza di cui anche lei fa parte, l’outing in Marocco ha già portato suicidi, licenziamenti e violenze.
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I crimini peggiori vengono perpetrati con le migliori intenzioni.