Tutti gli interventi necessari per adeguare alla nuova identità l’aspetto dei dipendenti transgender di Starbucks saranno compresi nella copertura sanitaria fornita dall’aziendale.
Chirurgia del viso, aumento del seno o rimozione, trapianti di capelli e tutto ciò che è necessario: dal 2012 Starbucks aveva già incluso nella copertura sanitaria l’intervento ai genitali, ora ha deciso di coprire anche quelli che, con superficialità, vengono definiti “estetici”.
La decisione è maturata durante una revisione delle voci da inserire nel pacchetto benefit dei dipendenti, sviluppata insieme alla World Professional Association for Transgender Health che ha definito tutti gli standard raccomandati per i dipendenti trans. “Starbucks non ha avuto timore di rivolgerci le domande giuste e chiedere come assicurarsi che le persone ricevano le migliori cure possibili “, ha dichiarato Jamison Green, ora ex presidente della WPATH. “Abbiamo stilato una lista dei benefici più importanti e di quelli che sono ritenuti problematici per le compagnie di assicurazione, come la femminilizzazione facciale e l’elettrolisi“. Tutte procedure che possono sembrare accessorie, ma che in realtà per una persona in transizione sono spesso fondamentali, soprattutto psicologicamente. Negli Stati Uniti di si sta domandando quali altre grandi aziende seguiranno l’esempio: se anche fosse per puro marketing, sarebbe comunque un segnale importante.
In Italia la legge 164 prevede, per chi deve intraprendere un percorso MtF (male to female) l’intervento gratuito della vaginoplastica e la mastoplastica adduttiva, ma in realtà i tempi d’attesa della prima sono lunghissimi e per la seconda le Asl non hanno tempo e fondi, e si finisce così per farla a spese proprie. Spesso, pur di farcela con pochi soldi, in molti/e finiscono nelle mani di falsi chirurghi con risultati scadenti o addirittura mettendo a rischio la propria salute.
Negli Stati Uniti si sa che per qualsiasi procedura medico-sanitaria occorre l’assicurazione sanitaria e alcune aziende la forniscono solo per determinati interventi. Pare che nessuno prima d’ora, negli Usa, avesse pensato di includere anche questo tipo di interventi che in tutto il mondo sono causa di frustrazione per molte persone trans. Quindi la soddisfazione ci sta tutta.
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manda il cv a starbucks! si scherza...in bocca al lupo
Io sono stella e sono trans e ho girato 5 ospedali sono stati tutta una delusione e ancora oggi mi ritrovo con un corpo che nn mi appartiene e tante di quelle volte mi ritrovo a disagio sociale