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Il vigile che diventò vigilessa: la storia di Stefania

A 50 anni è sovrintendente della Polizia locale di San Donato Milanese.

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Su Corriere.it questo video racconta la storia di Stefania Peccini, 50 anni, sovrintendente della Polizia locale di San Donato Milanese, prima vigilessa transessuale d’Italia. Stefania fino a qualche anno fa si chiamava Fabio, aveva una moglie e dei figli, poi il coraggio di diventare se stessa: “Ho deciso di fare l’intervento quando ormai non riuscivo più a tenere dentro quella che davvero ero. È stata una liberazione. Ora sono felice e guardo il mondo in un altro modo”.

Nel video Stefania racconta la sua trasformazione, gli anni passati, gli interventi chirurgici, tra cui quello alle corde vocali, per ingentilire la voce. Stefania racconta la sua transizione con tranquillità: “I miei colleghi mi hanno supportata e non ostacolata. Ho cercato di coinvolgerli il più possibile in ciò che stava accadendo proprio perché la transizione non fosse un trauma per loro”.

Com’è vivere da transessuale nelle forze dell’ordine? “Certo, non posso negarlo. Quando ero ancora nel limbo, nella fase di passaggio da uomo a donna, la cosa creava problemi ai miei superiori. Ma ho trovato persone intelligenti sulla mia strada. Avrei potuto anche perdere il lavoro perché il disturbo dell’identità di genere è considerato una patologia psichiatrica , quindi non avrei più avuto i requisiti per indossare la divisa se non mi fosse stato certificato da uno specialista che ero perfettamente sana di mente”.

“Anche con i miei figli ho dovuto parlare in maniera chiara e ora, a distanza di tempo, sono soddisfatta per il risultato raggiunto. Con loro ho un bel rapporto, così come con la mia ex moglie”.

Si pensa sempre ai transessuali come persone che per vivere sposano la prostituzione, ma è ora di dire basta al pregiudizio. Ci sono tante come me che lavorano, si ricostruiscono una vita serena e normale. Quelli che finiscono sulla strada lo fanno per la disperazione di non sapere come vivere”.

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