La Svizzera ha una legge contro l’omofobia. Dopo l’ok da parte del Consiglio degli Stati (Camera Alta del Parlamento), e del Consiglio Nazionale lo scorso 28 novembre, anche la Camera Bassa del Parlamento ha approvato il testo con il 56% di voti favorevoli, ed entrerà in vigore nelle prossime settimane. La proposta di legge è stata portata avanti con un’iniziativa parlamentare dal deputato socialista Mathias Reynard, che ha impiegato sei anni per ottenere la discussione e la votazione sul testo.
Non è una vera e propria legge, ma una modifica dell’articolo 261 bis del codice penale. Tale articolo è stato definito come “norma antirazzista” proprio perché punisce i crimini d’odio legati a chi ha un’origine o una religione diversa. A questi, ora, si aggiunge anche la discriminazione omosessuale. Quindi, chi insulta con termini omofobi una persona omosessuale rischia fino a 3 anni di carcere e una sanzione pecuniaria. Le autorità dovranno intervenire immediatamente in caso di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, anche senza denuncia. Le associazioni, però, non potranno costituirsi come parte in causa o fare ricorso. Non tutti, quindi, sono rimasti contenti del testo.
Assente la transfobia
Alla legge un grande assente: la tutela delle persone transessuali. L’Assemblea federale sembra non abbia voluto inserire nell’articolo 261 bis le discriminazioni subite per l’identità di genere. Una nozione troppo vaga, è stata la giustificazione di alcuni deputati del Consiglio degli Stati, appartenenti ai partiti di destra. Al momento, sarà il giudice a decidere se impugnare l’articolo 261 bis, anche se a legge non ne parla in modo esplicito.
Mathias Reynard capisce la delusione delle associazioni per i diritti delle persone transessuali, ma ha anche ammesso che è già un passo in avanti aver modificato l’articolo del codice penale, data la posizione del governo attualmente in carica. Non si esclude che in futuro un ampliamento di questo articolo. Una “bellissima vittoria” ha commentato il deputato, che continuerà a battersi per i diritti LGBT.
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