Zurigo è la città che ospita i maggior numero di locali gay e di persone LGBT. Ma ultimamente, è anche la città della Svizzera con il maggior numero di aggressioni.Solo domenica scorsa gli svizzeri hanno sancito con il 63% che la legge contro l’omofobia doveva entrare in vigore, ma le aggressioni non si sono fermate. Quello di domenica notte è l’ultimo caso, il terzo in pochi mesi.
Il primo è stato a settembre dello scorso anno: due ragazzi sono stati pestati a sangue, in centro a Zurigo, da cinque persone. Per le ferite riportate, sono stati trasportati in Pronto Soccorso. Poi è stata la volta di altri due ragazzi gay, la notte di Capodanno. Anche in questo caso, l’aggressione senza senso: il gruppo omofobo ha chiesto ai due se erano omosessuali, poi sono stati picchiati. Anche loro sono finiti. in ospedale.
Il quartiere teatro dell’aggressione omofoba di domenica è lo stesso del primo caso: Niederdorf. Le vittime, un gruppo di ragazzi omosessuali, usciti dal locale in cui si trovavano. Un gruppo di omofobi si sono avvicinati, iniziando a insultarli. Due testimoni hanno raccontato a portale 20 Minuten:
Ci dicevano fr*ci disgustosi, ma abbiamo fatto finta di niente e li abbiamo ignorati.
Gli abbiamo detto di andarsene ma evidentemente per loro è stata una provocazione e hanno iniziato a menarci.
Poteva finire molto peggio, quando uno del gruppo ha estratto un coltello. A quel punto è intervenuta fortunatamente una guardia di sicurezza, che ha protetto i ragazzi gay, venendo ferito alla spalla. Secondo Tio.ch, il ragazzo con il coltello è stato in seguito arrestato.
Perché questa violenza omofoba in rapida ascesa in Svizzera?
20 Minuten ha chiesto il perché di questa ondata omofoba in Svizzera (e a Zurigo) a Dirk Baier, ovvero il capo dell’Istituto per la delinquenza e la prevenzione del crimine dell’Università di scienze applicate di Zurigo. Ha esposto la sua opinione:
I giovani omosessuali sono un bersaglio facile perché facilmente riconoscibili dal branco.
Secondo Baier, questi omofobi sono “giovani con un passato migratorio alle spalle“, che fanno questo “per emulazione, per far parte del gruppo“.
Probabilmente nella loro infanzia o adolescenza è stata loro inculcata una visione maschilista della società. Una visione che non tollera identità di genere alternative. […] A mio avviso c’è bisogno d’inculcare nei giovani un messaggio di tolleranza. Le scuole e i genitori, ma soprattutto le varie istituzioni religiose, dovrebbero rendere inequivocabilmente chiaro che non esiste discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Insomma che siamo tutti uguali.
Naturalmente, è ovvio che non ci si può aspettare l’assenza di omofobia dopo 24 ore dall’approvazione della legge contro l’omofobia, così come non si sono azzerati i femminicidi dopo la legge (solo per fare un esempio).
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