L’Uganda è uno dei Paesi più omofobi al mondo, con l’ultimo vergognoso raid avvenuto la notte di domenica, a Kampala. Intorno alle 2 del mattino la polizia e addirittura forze speciali dell’esercito hanno fatto irruzione nel RAM Bar, discoteca LGBT.
Centinaia di persone sono state fatte riversare in strada, mentre provavano a nascondere il volto dai curiosi e dai fotografi, con 127 di queste arrestate. Solo due sono state rilasciate, mentre 125 finiranno in tribunale questa settimana. La polizia ha provato a difendersi, giustificando il raid con una non specificata guerra ai narcotici. Gli agenti hanno dichiarato di non sapere che quel posto fosse frequentato dalla comunità LGBT. Nessuno ci ha creduto.
Nei mesi scorsi un gruppo di attivisti LGBT è stato attaccato con un machete, mentre tutte le persone arrestate, e ‘accusate’ di essere omosessuali, vengono sottoposte a brutali controlli anali. Sia l’omosessualità maschile che quella femminile sono illegali in Uganda: in base al codice penale “la conoscenza carnale contro l’ordine della natura” tra due maschi può essere punibile con l’ergastolo. Al governo c’è persino chi ha chiesto la reintroduzione della legge “Kill the Gays”, che comporterebbe la pena di morte.
127 people suspected to be smoking banned substances were arrested last night in a Police raid on a bar on Hannington road. 2 released, 125 to appear in court today. LGBTQ community has called this an attack on their freedom, since a big number of them were arrested in the raid. pic.twitter.com/D6SbxwepDh
— #CanaryReports (@CanaryMugume) November 11, 2019
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