Ben Moussa ha 42 anni, è marocchino e lavora Vicenza come parrucchiere. Da mesi, sostiene Ben, sarebbe vittima di omofobia da parte di un vicino di casa, che l’avrebbe più volte insultato e aggredito. Per difendersi Moussa avrebbe brandito un taglierino. Il risultato? È stato denunciato, lui. A raccontarlo lo stesso Ben, al Giornale di Vicenza.
L’ho fatto per difendermi, perché questa persona mi aggredisce ogni volta che mi incontra e mi insulta. Mi dà del gay, della escort, del froc*o dalla prima volta che mi ha visto. Ho paura e temo per la mia salute. Mi sono trasferito a Vicenza quando ero giovane e sono tornato a gennaio dopo un periodo trascorso a Londra. Ho preso un appartamento in affitto e da allora vivo nel terrore.
Assistito da un avvocato, Ben ha contro-denunciato il suo vicino, che avrebbe iniziato ad insultarlo da subito, appena incrociato la primissima volta. “Lui è uscito dalla macchin gridando. Faceva il pazzo e mi ha subito dato del froc*o. Mi ha detto, “io ti conosco, tu sei il parrucchiere gay che lavora a Padova”. Gli hi chiesto, “e cosa significa?”. Lui urlava. Sono salito a casa con tanta rabbia in corpo”.
Il 25 marzo scorso l’ennesima aggressione, l’ennesimo scontro. “Ci siamo incrociati in cortile e mi ha aggredito perché ha detto che l’ultima volta io lo avevo offeso. Ha cominciato a colpire me e la mia bici. Sono andato verso il parcheggio, ma lui mi ha inseguito e mi ha buttato contro il muro. Allora sono salito in casa e ho preso un taglierino dentro un vaso. Sono tornato giù e mi ha tirato addosso uno skateboard. Abbiamo litigato, ma stando a distanza, e gli ho fatto vedere il taglierino dicendogli che mi sarei difeso. Me ne sono andato e ho ricevuto la visita dei carabinieri che mi hanno denunciato per minacce e sequestrato il taglierino, ma è stato lui a minacciarmi. Io volevo solo fargli paura per farlo smettere. Abito da solo e ho il terrore che prima o poi mi arrivi dentro casa. Ho fatto tante tappe per accettare me stesso, anche perché vengo da una cultura islamica. Certe affermazioni fanno male. Le botte si dimenticano, ma la cattiveria rimane sempre e le ferite non guariscono mai. Non posso nemmeno uscire quando c’è lui e mi vergogno anche a farmi vedere dagli altri condomini”.
Anche per questo motivo Ben si è rivolto ad un legale, Massimo Pagnin, che ha rimarcato come ci sia “un vuoto normativo, manca una legge per punire l’omofobia. Episodi del genere possono diventare stalking oppure essere classificati come ingiurie, ma queste ultime prevedono solo una pena pecuniaria. Speriamo che chi ha più potere di noi ne prenda atto“.
Al fianco di Ben anche Arcigay Vicenza. Thomas Tedesco, presidente dell’associazione, ha precisato come questo sia uno “dei casi in cui la legge Zan farebbe la differenza. A chi sottovaluta l’importanza di questa legge chiediamo di mettersi ne panni di questa persona, che non si sente sicura nemmeno dentro casa sua. Sicuramente la sua reazione è stata sbagliata, ma capisco perfettamente l’esasperazione nella quale si trova“.
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P.S: ovviamente lo smartphone te lo sfascia facilmente per cui occhio e nel caso vai di cloud.
In attesa di una legge che puo' andare per le lunghe,se posso consigliarti, fatti furbo ,prendi lo smartphone e registra, conoscilo, perché in un tribunale un aggressione giustificata con "arma" ma senza adeguate prove ti mette in una posizione pessima. Psico problems... ti attacca sull'ovvio? Contrattacca con qualcosa di scomodo.
La specie peggiore, razzista e omofobo, e ovviamente psicopatico!