Disastro PD: Monica Cirinnà rifiuta la candidatura perdente, sarà fuori dal Parlamento

Nessunə è indispensabile, ma l'esclusione di Cirinnà risuona come l'eco sinistra dell'indegno applauso del Senato all'affossamento del Ddl Zan.

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monica cirinnà partito democratico liste candidatura elezioni 2022 lgbtqia+ unioni civili
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“La mia avventura parlamentare finisce qui, domani (oggi, ndr) comunicherò la mia non accettazione della candidatura. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori”.

Con questa parole la senatrice Monica Cirinnà, madre delle Unioni Civili approvate nel 2016, ieri sera ha annunciato la propria rinuncia alla candidatura offerta dal Partito Democratico. Una scelta di dignità, che ieri avevamo auspicato nel nostro articolo di anticipazione circa le voci che erano trapelate intorno alla non candidatura, e che oggi la senatrice Cirinnà ufficializzerà, rinunciando alla candidatura.

Due giorni fa, in piena lotta intestina per le liste elettorali, dal Partito Democratico erano filtrate voci sulla possibilità che a Monica Cirinnà non venisse offerta la candidatura come capolista al Senato nel secondo collegio plurinominale del Lazio. Sarebbe stata una posizione blindata, ma la trattativa tra correnti del partito ha visto prevalere in quella posizione Cecilia D’Elia, fortemente voluta da Nicola Zingaretti. Cecilia D’Elia, eletta deputata a seguito di elezioni suppletive, è dal giugno 2020 Portavoce della Conferenza nazionale delle democratiche, e dal marzo 2021 – per volontà di Enrico Letta – fa parte della segreteria nazionale del PD come responsabile parità. È nella Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati.

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Foto dal profilo Instagram di Monica Cirinnà >

Per Rosario Coco di Gaynet si tratta di “un messaggio di grande ambiguità sui diritti, nonostante il programma, oltre ad un grande favore alle destre: l’opinione pubblica ne trarrebbe una conclusione molto chiara: approvate le unioni civili, il resto non è poi così importante”.

Le associazioni LGBT+ qualche giorno fa avevano chiesto a tutti i partiti alcuni punti politici chiari, raccolti nella piattaforma www.lastradadeidiritti.it: matrimonio egualitario, riconoscimento di figli e figlie alla nascita, adozioni per tutte le coppie e single, accesso alla PMA per coppie di donne e donne single, completamento della legge sui crimini d’odio, educazione sessuale e affettiva nelle scuole, riconoscimento dell’identità di genere, diritti delle persone intersex, condanna delle cosiddette terapie riparative.

“È chiaro – ha spiegato Coco di Gaynet nella nota – che le idee, per essere credibili, devono camminare sulle gambe delle persone, sulle loro competenze e sulla determinazione di chi si prende la responsabilità delle candidature, qualsiasi partito si sostenga”.

Ma il Partito Democratico ha ritenuto Monica Cirinnà non indispensabile in Parlamento. La scelta di Monica Cirinnà di rifiutare una candidatura perdente è una scelta di dignità di una personalità politica che non si è mai piegata ai giochi di corrente del Partito Democratico, preferendo da sempre rispondere prima di tutto agli elettori. Purtroppo – o per fortuna – il Partito Democratico è un soggetto politico grande, variegato e governato dalla propria burocrazia interna e dai naturali giochi di potere delle correnti.

Giochi di potere e correnti che hanno travolto la possibilità che Cirinnà sia una parlamentare della prossima legislatura.

Ieri, sul proprio profilo Instagram, la senatrice ha pubblicato una storia recante il seguente messaggio:

In queste ore ho ricevuto tanti messaggi, pubblici e privati, a sostegno del mio ritorno in parlamento dopo il 25 settembre. Messaggi accorati e affettuosi che testimoniano il lavoro fatto in questi anni e che mi auguro di poter continuare anche nei prossimi anni. Ringrazio di cuore tutte e tutti per le parole spese. Vi aggiornerò sulle decisioni che verranno prese nelle prossime ore.

Ma ieri sera la chiusura delle liste annunciata dalla segreteria del PD ha sancito la definitiva bocciatura del partito: Monica Cirinnà non avrà una posizione blindata nelle liste del Partito Democratico. E si appresta ad annunciare la definitiva rinuncia alla candidatura debole, che la porterebbe a una non elezione certa.

Al di là dei giudizi di merito sulla senatrice Cirinnà, si resta sbigottiti su come sia possibile che una figura politica di così grande significato simbolico per un partito che sta cercando di recuperare un consenso sul fronte progressista, resti fuori dal Parlamento. Il tema, prima ancora che politico, è strategico. Davvero Cirinnà non è una senatrice utile per la prossima legislatura che si annuncia dominata dalle destre? O meglio ancora: davvero Monica Cirinnà non è in grado di raccogliere consenso e voti progressisti presso la società civile?

Le parole di Enrico Letta, uomo che a tratti appare sin troppo mite per dirigere un grande partito affollato di lotte intestine e colpi bassi, risuonano insieme umane, amare e fin troppo deboli:

“Termino questo esercizio con un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire – ha detto il segretario PD a liste chiuse – Un peso politico e umano, ma la politica è questo: assumere la responsabilità”.

È certamente un duro colpo per la comunità LGBTQIA+ italiana. Certo, si tratta soltanto dell’ennesimo schiaffo simbolico. Perché è vero che nessunə è indispensabile, è vero che contano le idee, eppure l’esclusione di Cirinnà risuona come l’eco sinistra dell’indegno applauso dei senatori all’affossamento del Ddl Zan.

 

foto da Globalist

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bat53 16.8.22 - 22:08

DisastroPD: bel titolo da "fuoco amico"!!!!! Un lungo articolo pieno di contraddizioni. E poi non ci si ricorda mai che il PD, nelle difficoltà di questa legislatura, ha promosso e votato il DL ZAN; che nella passata legislatura ha approvato le Unioni civili. Che nel programma elettorale delle prossime elezioni politiche ha inserito il matrimonio egualitario. Ma tant'è: mai riconoscere i meriti di un grande partito. Fa molto chic (radical chic) sparare contro il PD, notoriamente un partito che fa schifo e che non fa mai nulla, che sbaglia sempre. A parte l'ultima notizia che vuole la Cirinnà accettare la candidatura: questo le fa onore, anche se dovrà combattere in un collegio difficile. Ma cosa pensa che la vita politica degli iscritti PD in una regione leghista/FdI come la Lombardia sia così facile. Questi radical chic, come l'autore dell'articolo, che non hanno la minima idea di cosa voglia dire fare politica sul territorio, entrare nelle case, realizzare iniziative che avvicinino la gente alla politica democratica di un grande partito. No: Disastro PD: titolo da "Libero", "La verità" "Il giornale". Sono incavolato! Solo l'idea di far parte di una grande comunità LGBT mi spinge a leggere ancora Gay.it. Ciao

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valium 16.8.22 - 19:16

Notizia già vecchia visto che ha accettato la candidatura, come scrivevo neanche un minuto fa, le pasionarie non mi sono mai piaciute e gente del genere in un partito serio sarebbero state accompagnate subito alla porta.

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