È stata pubblicata oggi, 4 agosto, la piattaforma programmatica delle associazioni LGBTQIA+ italiane, che decidono di unirsi in coro e rivolgersi alla politica in vista delle prossime elezioni, il 25 settembre 2022.
La piattaforma prende il nome de “La Strada dei Diritti” , e parte da una dichiarazione chiara e non fraintendibile: “L’Italia è al bivio. O i diritti oggi, o dritta verso il buio“.
“Non è più il tempo della timidezza, né dell’indecisione programmatica che strizza l’occhio al pregiudizi“, dichiarano le associazioni.
Le associazioni in questione, con adesioni in costante aggiornamento, sono AGEDO, ARC, ARCO, ARCIGAY, ALFI, Ass. Quore, Cammini di Speranza, C.C.O Mario Mieli, CEST, Certi Diritti, Dì Gay Project, EDGE, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, GAYNET, Gender x, Gruppo Trans APS, Globe MAE, MIT, NUDI, Omphalos LGBTI, Polis Aperta, Pride Vesuvio Rainbow, Rete Genitori Rainbow Rete Lenford, Tenda di Gionata, Tgenus, Ufficio Nuovi Diritti CGIL Nazionale.
“Ora ci troviamo qui, al bivio. Per non tornare indietro, come stanno facendo Stati Uniti in materia di aborto e Russia con l’inasprimento della legge ‘anti-lgbt’, serve una proposta chiara, che dia gli stessi diritti a chi non li ha. Matrimonio egualitario, riconoscimento di figli e figlie alla nascita, adozioni per tutte le coppie e single, accesso alla PMA per coppie di donne e donne single, completamento della legge sui crimini d’odio, educazione sessuale e affettiva nelle scuole, riconoscimento dell’identità di genere, diritti delle persone intersex, condanna delle cosiddette terapie riparative“.
Sono queste le battaglie su cui bisogna puntare per “un’Italia migliore, per tutte e tutti“, scrivono le associazioni coinvolte.
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“Anche in Italia – proseguono le associazioni – c’è chi vuole riportare indietro l’orologio della storia, ignorando che la strada dei diritti, in tutta Europa, ormai si pone oltre gli schieramenti politici. Lo dimostrano anche i 50 Pride italiani di quest’anno con milioni di persone nelle strade, che oggi si chiedono chi potrà rappresentarli nel prossimo Parlamento. Chi sceglie la strada dei diritti ha inoltre la responsabilità di candidare persone che la sostengano con convinzione, perché troppe leggi negli ultimi 20 anni sono naufragate per mano di chi ha tradito il mandato elettorale“.
“L’Italia – concludono – non può più permettersi di restare l’ultimo tra i Paesi fondatori dell’Unione Europea in tema di uguaglianza dei diritti delle persone LGBTQIA+, sono in gioco i principi di libertà e democrazia sui quali si fonda il nostro Paese”.
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