Il procuratore militare di Napoli, Giovanni Barone, ha chiesto il rinvio a giudizio di tre militari della Marina, accusati di molestie sessuali e maltrattamenti, violenza, minaccia e ingiuria a inferiore. Si tratta Roberto Carpinelli, 44enne rpmano ex comandante della fregata Martinengo all’epoca dei fatti, e di due sottufficiali 43enni, il primo residente in provincia di Lecce, il secondo di Salerno. A darne notizia è LaRepubblica, Il Mattino e La gazzetta del Mezzogiorno
Tredici le vittime per ora accertate, tre delle quali assistiti dagli avvocati Antonella Notaristefano e Giovanni Vinci. Si tratterebbe di un ragazzo e di due ragazze, vittime di soprusi da parte dei due sottoufficiali imbarcati per coordinare le cucine a bordo. Le due ragazze sarebbero state oggetto di attenzioni a sfondo sessuale, con toccatine, allusioni e battute volgari, mentre il ragazzo sarebbe stato vittima di atteggiamenti deprecabili e frasi omofobe. L’ufficiale avrebbe invece lanciato della frutta ai propri sottoposti, utilizzando frasi offensive e ingiuriose. La piaga del nonnismo che torna a riempire le pagine di cronaca. I fatti contestati si sarebbero verificati nel Golfo Persico tra agosto e dicembre 2021.
In una nota ufficiale la Marina militare sottolinea che «è stata la stessa Forza Armata, sulla base dei fatti appresi, a interessare le competenti Autorità giudiziarie per fare massima chiarezza sulla vicenda e verificare eventuali responsabilità. In seguito alle determinazioni della Magistratura competente, il personale indagato è stato avvicendato nell’incarico». La Marina «assicura la massima collaborazione all’Autorità giudiziaria e condanna fermamente qualsiasi comportamento che danneggi l’integrità e l’immagine dei militari che svolgono con onore e lealtà il loro servizio quotidiano a favore della collettività e delle Istituzioni».
Uno dei tre militari ha provato a difendersi parlando di “clima goliardico tipico degli ambienti militari”, ma la denuncia è ufficialmente partita e sarà il gip presso il Tribunale militare di Napoli a decidere se spedire i tre miliari a processo.
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