Bulgaria, approvata la legge contro l’omobifobia

Erano 20 anni che in Bulgaria non si legiferava a favore dei diritti LGBTQIA+. Non è ancora chiaro se l'identità di genere sia stata inserita all'interno della legge, coinvolgendo anche la transfobia.

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Il parlamento bulgaro ha definitivamente approvato diversi emendamenti al codice penale, comprese nuove disposizioni contro i crimini ispirati dall’odio, tra cui pene più severe per omicidio, aggressione, rapimento e negazione del diritto al lavoro se il movente è l’orientamento sessuale della vittima. Fino alla scorsa settimana, se qualcuno commetteva un crimine basato sull’orientamento sessuale della vittima, non veniva punito come “crimine d’odio”, rendendo molto difficile proteggere le vittime LGB dai crimini d’odio del Paese.

Questi emendamenti, presentati dalla coalizione We Continue the Change-Democratic Bulgaria, prevedono che se l’omicidio premeditato verrà ora commesso sulla base di motivi omofobici o razzisti, la pena potrà essere la reclusione dai 15 ai 20 anni, l’ergastolo o l’ergastolo senza condizionale. Gli emendamenti aumentano anche le pene quando le persone omosessuali sono vittime di lesioni personali, rapimento o detenzione illegale.

L’incitamento all’odio attraverso i media o su Internet sarà ora un reato quando coinvolgerà il colore della pelle, le origini nazionali e l’orientamento sessuale, andando oltre l’etnia come previsto finora dalla legge. La pena sarà da uno a quattro anni di reclusione e una multa da 5000 a 10.000 leva. Sarà reclusione anche nei casi di aggressione, distruzione di proprietà e attacchi da parte di gruppi organizzati sulla base dell’omofobia o del razzismo. Impedire a qualcuno di accettare un impiego o costringere la persona a lasciare il lavoro per motivi omofobici comporterà una pena detentiva fino a tre anni.

Non è ancora chiaro se l’identità di genere sia stata inserita all’interno della legge, coinvolgendo anche la transfobia.

La Fondazione GLAS (Gays and Lesbians Accepted in Society) ha accolto con favore gli emendamenti, definendoli “il primo cambiamento legislativo significativo a favore delle persone LGBTI+ in Bulgaria dall’adozione della legge contro la discriminazione nel 2004”.

La Fondazione GLAS ha sottolineato come gli emendamenti siano diventati realtà dopo molti anni di lavoro e pressioni pubbliche da parte delle organizzazioni LGBTI bulgare, delle istituzioni internazionali ed europee e di numerosi attivisti e personaggi pubblici. “Anche il Sofia Pride ha insistito su questo cambiamento sin dalla sua prima edizione nel 2008 – anno in cui lo studente Mihail Stoyanov venne assassinato a Borissova Gradina con motivazioni apertamente omofobiche”. “Questo è il caso più tragico di un crimine d’odio basato su un presunto orientamento sessuale. L’inchiesta e la condanna sarebbero state diverse se fossero state attuate le modifiche approvate oggi”.

Ci sarebbero state indagini più approfondite ed efficaci anche in relazione al pestaggio di Galya Petkova a Sofia nel 2019, dell’attacco e la distruzione della proprietà di Rainbow Hub nel 2011, della censura alla proiezione del film Close a Sofia e Varna nel 2022.

Ad oggi la Bulgaria è uno degli ultimi 5 Paesi appartenenti all’Unione Europea a non avere alcuna legge sulle unioni civili o sulle coppie di fatto assieme a Polonia, Romania, Lituania e Slovacchia.

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