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Povere Creature di Lanthimos, capolavoro di libertà sessuale e autodeterminazione femminista. Recensione

Il nuovo film del regista greco è un'opera d'arte visionaria, esilarante e fuori di testa, una feroce satira sulla tossicità maschile con un'Emma Stone indimenticabile. Dal 25 gennaio al cinema.

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Povere Creature di Lanthimos, capolavoro di libertà sessuale e autodeterminazione femminista. Recensione - 030 PT Atsushi Nishijima 20211110 00201 1 - Gay.it
Emma Stone in POOR THINGS. Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.
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Più che meritato Leone d’Oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Povere Creature – Poor Things di Yorgos Lanthimos catapulta definitivamente il 50enne regista greco, già candidato agli Oscar per The Lobster e La Favorita, tra i più grandi autori del Cinema contemporaneo. Ipotetico ultimo capitolo di un inesistente trilogia dedicata all’autodeterminazione della donna dopo Barbie di Greta Gerwig e C’è ancora domani di Paola Cortellesi, Povere Creature è un’autentica Opera d’Arte, pura meraviglia cinefila che sconvolge e conquista, punto d’incontro tra Tim Burton, Federico Fellini, Georges Melies e Terry Gilliam, con una memorabile Emma Stone protagonista.

L’attrice di La La Land indossa gli elegantissimi e abbaglianti abiti di Bella Baxter, una giovane donna riportata in vita dal brillante e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe), genio dal corpo mutilato cresciuto da un padre abominevole. Una sorta di nuova creatura di Frankenstein, in una Londra vittoriana dai colori innaturali con schizzi di immaginifico futuro, con il corpo di una giovane e bellissima donna alla quale viene trapiantato il cervello di un neonato.

Una visione ribaltata rispetto al classico di Mary Shelley, perché in questo caso la spaventosa creatura è di una bellezza conturbante, mentre i veri mostri sono gli uomini che la circondano. Sotto la protezione di Baxter, Bella è desiderosa di imparare. Affamata della mondanità che le manca, e promessa sposa del gentile Max McCandless (Ramy Youssef), Bella fugge con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), abile e dissoluto avvocato, in una travolgente avventura attraverso i continenti segnata dall’educazione sessuale. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella è sempre più decisa nel suo proposito di difendere l’uguaglianza e l’emancipazione.

Si fa fatica a non rimanere travolti, sorpresi e affascinati dall’ultima, straordinaria creazione di Yorgos Lanthimos, che da anni sognava di poter adattare il romanzo del 1992 del defunto Alasdair Gray, dando così vita ad un film visionario, estremo, acuto, cupo, sorprendente e incredibilmente divertente. Un racconto di formazione ambientato in un mondo distopico quello sceneggiato da Tony McNamara, già sceneggiatore di La Favorita, con al centro una donna senza passato, senza condizionamenti sociali nè traumi, senza vergogna alcuna, libera di vivere liberamente la propria vita, il proprio corpo, la propria sessualità, senza mai provare alcun senso di colpa. Un’eroina moderna con il cervello di un poppante che apprende continuamente nozioni, significati, qui interpretata da un’Emma Stone monumentale e indimenticabile, con quegli occhi giganti che semplicemente infiammano e divorano lo schermo, mentre lei si denuda e danza sopra corpi maschili dando forma a coreografie erotiche.

7 anni fa premio Oscar grazie a La La Land, la 35enne attrice americana si è superata, spogliandosi completamente, e letteralmente, al cospetto di Lanthimos e dei suoi poveri uomini, indissolubilmente legati ad una cultura patriarcale e repressiva di metà ottocento. La crescita di Bella, inizialmente frenata nel linguaggio corporeo e verbale come un’infante qualunque per poi prendere pieno possesso di sè, poggia su un’interpretazione incredibile, in cui Stone riesce a trasformare in grottesca commedia l’interazione tra il suo personaggio e gli uomini che provano a dirle cosa fare, come comportarsi, ad ingabbiarla in un possesso che non appartiene loro. Mark Ruffalo, in tal senso, è clamorosamente esilarante nei panni di Duncan Wedderburn, misogino ed egocentrico sciupafemmine che ben presto impazzirà al cospetto di Bella, così rivoluzionaria nella sua ostentata libertà e spiazzante nei suoi comportamenti da non avere eguali. Il suo Weedderburn, inizialmente così sicuro di sè per poi sgretolarsi al cospetto di simile ragazza, rappresenta perfettamente la mascolinità tossica dei nostri tempi, qui derisa e ridicolizzata da uno script sconcio, scurrile, traboccante di idee e completamente fuori di testa.

Nel momento in cui Bella, alla quale il suo creatore chiamato God ha sempre e comunque concesso il libero arbitrio, decide di viaggiare per l’Europa in cerca di esperienze con un Grand Tour aristocratico, Lanthimos pennella bellezza ad ampio raggio grazie anche alle scenografie retrò, fantascientifiche, anacronistiche e immaginifiche di Shona Heath e James Price, ai folli e stupendi costumi di Holly Waddington e all’accesa fotografia in 35mm di Robbie Ryan, che vira dal bianco e nero ad un caleidoscopio di colori che spazia tra una romantica Lisbona, un surreale viaggio in nave, il traumatico sbarco ad Alessandria dove Bella scoprirà quanto il mondo sia attraversato da sofferenze e ingiustizie e una libertina Parigi, in cui il sesso istruirà alla vita la protagonista. Educazione sessuale in tutte le sue forme, fluida e senza limiti, con uomini di ogni età e donne, per non privarsi mai di alcuna esperienza formativa.

Povere Creature – Poor Things, già vincitore di due Golden Globe dopo il trionfo a Venezia dello scorso settembre, è senza ombra di dubbio una delle più incredibili esperienze cinematografiche partorite da Hollywood negli ultimi 20 anni, così stimolante e audace, contorto e volgare, caotico e coraggioso, eccitante e allucinato, feroce e politico, satirico e deformante, femminista e ingegnoso.

Non c’è frame, battuta o prova recitativa che non susciti sorpresa. Fino a pochi anni fa sarebbe stato inimmaginabile vederlo produrre. Quella di Lanthimos, con i suoi ormai riconoscibili grandangoli che disorientano e distorcono, è una lucida, sovversiva, impetuosa e visibilmente parlando strabordante pazzia che mai potrà lasciare indifferente chicchessia. E non può esserci nulla di meglio da chiedere al Cinema, se non stimolare reazioni. Quelle di Poor Things sono sinceramente infinite.

 

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Emma Stone in POOR THINGS. Photo by Yorgos Lanthimos, Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

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