Ricoverato per un forte mal di testa, che non passa nemmeno dopo una flebo e perciò trattenuto per accertamenti.
Accade ad Alessandria, qualche giorno fa. Fin qui nulla di strano, se non che, una volta emerso durante le visite che il paziente era omosessuale – si è presentato al pronto soccorso col compagno, che si è poi trattenuto per assisterlo anche nella stanza d’ospedale- sono iniziate una serie di stranezze, per usare un eufemismo.
In un primo momento il medico che lo stava seguendo ha invitato il partner dell’assistito a lasciare la stanza, ed ha chiesto una ulteriore conferma sulla natura della loro relazione al paziente – procedura che sicuramente per una coppia etero non avrebbe avuto luogo.
Poi tra gli accertamenti è stato incluso il test HIV, esame che non possiamo contestare non essendo medici, ma che accende più di qualche sospetto di un forte pregiudizio da parte del dottore.
Fuma, beve saltuariamente. Ed è omosessuale.
Infine, nero su bianco, nel referto di dimissione, una volta accertato che non c’era nulla che non andava: “Fuma 15 sigarette al giorno. Beve saltuariamente alcoolici. Nega allergie. Omosessuale, con compagno stabile“, alla voce anamnesi.
Intervistato da La Stampa l’uomo ha riportato l’episodio constatando che fin dal principio il medico sembra aver marcato quel suo essere omosessuale un po’ come potesse essere una concausa del malessere .
Il referto, oltre a riportare immotivatamente l’orientamento sessuale come fosse un comportamento poco salutare (accostato al fumo delle sigarette poi!), vìola pesantemente la privacy in quanto avrebbe potuto essere oggetto di trasmissione ad altri specialisti (medico di base, altri dottori, ecc) con l’etichetta di “omosessuale” esplicitata in barba alle più elementare norme deontologiche, etiche e persino di basilare rispetto per la persona.
È già stato depositato un reclamo presso l’ospedale, e la coppia sta valutando la possibilità di denunciare il medico al tribunale del malato.
Non si sono fatte attendere le reazioni di politici ed attivisti.
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Beh adesso ci penserà senz'altro la Grillo! E, come si dice per la magistratura, "piena fiducia". Amen