Nella giornata di domani la legge contro l’omotransfobia e la misoginia sarebbe dovuta arrivare alla Camera dei Deputati, ma causa quarantene e positività di 3 capigruppo dell’opposizione il voto è stato rinviato alla prossima settimana.
Nell’attesa Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge intervistato da Vanity Fair, si è rivolto direttamente alla destra nazionale, che ha deciso di affossare il DDL per motivi puramente ideologici.
Mi auguro, anche se le speranze si affievoliscono, che ci sia un sussulto di dignità da parte di coloro che hanno presentato le pregiudiziali di costituzionalità che sono uno strumento parlamentare per cercare di affossare la legge e che ritirino queste pregiudiziali mostrando coerenza rispetto a quello che hanno detto quando si sono verificati per esempio i tragici eventi di Caivano. In quell’occasione Giorgia Meloni disse che lo stato deve punire simili situazioni e io risposi che ero d’accordo e la invitavo a ritirare le pregiudiziali alla legge contro l’omotransfobia.
Peccato che dalla leader di Fratelli d’Italia, ovviamente, non sia arrivata nessuna risposta: “In ogni caso siamo fermamente determinati a respingere queste due pregiudiziali e ad andare avanti affrontando anche gli 800 emendamenti ostruzionistici che sono stati presentati dall’opposizione, per arrivare al voto finale della legge“, ha precisato Zan, a pochi giorni dal primissimo step di Montecitorio, dove la maggioranza dovrebbe essere sicura. Se non fosse per quel doppio voto a scrutinio secreto che potrebbe affossare il DDL ancor prima del via. “La maggioranza ha discusso molto, siamo arrivati ad una sintesi che mi pare un punto di equilibrio importante, bisogna fare delle mediazioni al ribasso perché stiamo parlando della vita delle persone, ogni parola in più che scriviamo nella legge può avere una ricaduta negativa, ecco perché è importante che sia fatta bene come stiamo facendo e venga approvata speditamente. Non possiamo più fallire“.
Tutto questo nel giorno in cui il forzista Marcello Pera è tornato a sparare a zero contro la legge, mentre i i gay di centrodestra si sono rivolti direttamente a Salvini e Meloni, chiedendo loro di farla finita con le fake news sul DDL Zan, perché “la libertà d’opinione non è a rischio”.
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