Ha fatto il giro del mondo l’oro nel judo di Alice Bellandi, che dopo il trionfo è corsa a baciare l’amata Jasmine Martin sugli spalti. Quel magnifico bacio si è conquistato la prima pagina del Corriere dello Sport, con la judoka azzurra che ha raccontato alla Gazzetta ha raccontato dove e quando abbia conosciuto Jasmnine, nonché quanto sia importante per lei.
“È la persona che più mi è stata accanto in questo difficile periodo di avvicinamento ai Giochi, fatto di gioie e paure. Abbiamo vissuto tutto insieme. Il giorno prima della gara, mi ha confessato piangendo quanto fosse orgogliosa di me e quanto meritassi di essere qui. Ogni volta che guarda la medaglia piange. Lei sa cosa vivo quotidianamente, il duro lavoro che c’è dietro. Quando non è riuscita a qualificarsi per Parigi ho visto la delusione nei suoi occhi, ma l’ha messa da parte per aiutarmi a coronare il mio sogno. Questa medaglia è anche un po’ sua“.
Quando Bellandi è corsa a baciare Martin, quest’ultima le ha urlato “You do it, baby girl! (Ce l’hai fatta, ragazzina)”, con quel bacio d’amore che è diventata una delle foto cloud di questa edizione dei Giochi. “Mi spiace che questo bacio venga visto come una cosa straordinaria”, ha continuato Alice, dichiaratamente lesbica dal 2021. “Chi bacereste voi dopo una vittoria importante? Tutto si muove per amore, che sia la vita di coppia o il judo. Non c’è niente di sconvolgente ed è brutto dover normalizzare un qualcosa che di fatto già lo è. Dovrebbe interessare la mia storia, non chi scelgo di amare“.
Un amore, quello tra Bellandi e Martin, 23enne judoka sudrafricana nella categoria -57 kg, nato lo scorso anno. “Dopo il Grand Slam di Baku 2023 mi ha scritto per complimentarsi e abbiamo iniziato a sentirci. A ottobre ci siamo messe insieme e a novembre si è trasferita in Italia per vivere con me a Roma. Ho dovuto migliorare il mio inglese in fretta, ma quando discutiamo qualche parolaccia le scappa anche in italiano. In lei ritrovo tanta comprensione. E mi ci rivedo molto“.
Tre anni fa Bellandi tornò a casa dalle Olimpiadi di Tokyo con una valigia carica di delusioni. Ora con la medaglia più bella che ci sia. “Dopo aver perso a Tokyo, mi sono guardata attorno ed ero sola. Il nostro sport finisce sotto i riflettori solo una volta ogni quattro anni e so quanta risonanza può avere un oro olimpico. Per ora mi godo il momento perché me lo sono guadagnato. Non è una questione di popolarità, ma del giusto riconoscimento dopo tutti i sacrifici fatti. Mentre risuonava l’inno non smettevo di piangere, ripensavo a tutte le difficoltà e ai momenti bui che ho vissuto. Se c’è un insegnamento da questa mia vittoria è che non si deve mai smettere di sognare e che il buio non dura per sempre. Però devi avere fede. Mi sono avvicinata concretamente alla religione quest’anno, prima del Mondiale di Abu Dhabi. La mattina della gara qui a Parigi mi sentivo male, ho pensato che avrei potuto perdere con chiunque, così ho pregato. Ho provato come una sensazione di protezione. Come se qualcuno mi guidasse. Credo che il talento sia un dono di Dio, la differenza sta in come lo sfrutti“.
E adesso, al di là del judo, c’è un altro sogno per Alice. “vorrei iscrivermi a psicologia. La salute mentale è un argomento estremamente importante. Il lavoro fatto con la mia mental coach, Laura Pasqua, mi ha cambiato la vita. Anzi, me l’ha salvata. Trovare qualcuno che ti faccia sentire capìta e meno sola nel buio è fondamentale“.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.