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BABAJI DEVE MORIRE?

Un nigeriano condannato a morte per lapidazione per sodomia. Forse pedofilo. Ma perché nessuno si mobilita per salvarlo? L’analisi di Giovanni Dall’Orto nella nuova rubrica.

BABAJI DEVE MORIRE? - lapidazione controvero - Gay.it
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Quasi nello stesso giorno in cui finalmente la mobilitazione internazionale è riuscita a salvare la vita di Amina Lawal, la donna-simbolo nigeriana “adultera” condannata a morte da un tribunale islamico, un altro tribunale islamico condannava nello stesso Paese Jibrin Babaji, omosessuale colpevole di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con minorenni (si dice addirittura di dieci anni) di sesso maschile. Nessuno si è mobilitato per Babaji.
Ma a ben pensarci, perché avremmo dovuto? È giusto mobilitarsi per un uomo accusato di aver corrotto e violentato minorenni, forse bambini? Tutti i razzisti tendono a sottovalutare le culture “altre”, e a prendere gli “altri” per “stupidi”, vittime di morali “stupide”. Ma siccome la natura ha reso tutti gli esseri umani egualmente intelligenti, viene fuori che la condanna di Babaji è una contromossa superba, che usa il fuoco per combattere il fuoco, che usa il moralismo e la sessuofobia occidentale per combattere le accuse occidentali di moralismo e sessuofobia rivolte all’Islam. Semplicemente geniale. Se non ci fosse in ballo la vita di un essere umano, verrebbe voglia di applaudire per lo splendido gol: gli islamici hanno sacrificato il pedone (Amina) ma replicano con Babaji e danno scacco al re. Perché ora, delle due l’una. O gli occidentali si mobilitano per lui (per chi, per un pedofilo? Dopo che le voci che chiedono la pena di morte contro i pedofili in Occidente non fanno altro che crescere, in una campagna isterica che peggiora di giorno in giorno?), oppure tacciono. Se si mobilitano, diventano ipso facto difensori dei pedofili e degli stupratori di bambini, e se lo facessero, qualunque intervento successivo in favore di qualunque Amina verrebbe immediatamente screditato. Che credito ha mai un difensore di pedofili? Se invece tacciono, e Babaji viene condannato e giustiziato, avranno dato col silenzio la loro implicita approvazione, e quindi il semaforo verde per la prossima condanna, magari stavolta per un corruttore di sedicenni. Poi di diciassettenni. Poi per un corruttore tout-court: cosa c’è di “morale” e difendibile in un  riccone che approfitta della fame dei giovani (sia pure maggiorenni) tunisini o filippini o tailandesi per fare sesso? E infine sarà il turno dei corrotti, per dare un esempio anche a loro. Ed ecco fatto, voilà. “Bravo” al tribunale islamico. Ha saputo scovare un boccone troppo grosso e troppo avvelenato perfino per lo stomaco di struzzo dei “talebani” occidentali, sempre troppo rapidi a condannare la morale altrui come “incivile” e “inferiore”, rifiutando nel contempo di mettere in discussione la propria. Scegliendo Babaji, non a caso nel momento in cui han dovuto togliere le grinfie da Amina, hanno mostrato che per dare lezioni di morale agli altri bisogna essere “puliti” per primi. E noi occidentali non lo siamo. Noi condanniamo all’ergastolo chi masturba un sedicenne, ma il trattato che proibisce l’utilizzo di minorenni negli eserciti non riesce ad essere approvato per l’opposizione di Usa (che han fatto combattere mezza dozzina di minorenni nell’ultima guerra in Iraq) e Inghilterra, che difendono l’arruolamento dei sedicenni. Noi condanniamo chi paga un bambino tailandese che accetta una cifra (ridicola!) pari allo stipendio di un mese per un atto sessuale, ma non chi lo fa lavorare per un mese, e in condizioni inumane (come la schiavitù per debiti) dodici ore al giorno per quella stessa somma. Davvero un orgasmo danneggia più del lavoro in miniera? Noi giustifichiamo l’attacco militare contro l’Afghanistan con la necessità di “salvare” le donne afgane (e per chi è un parlamentare gay, anche gli omosessuali afgani…) e poi mandiamo al potere gli integralisti islamici mujaeddin, che non solo non hanno liberato né gay né donne, ma che essendo più corrotti dei fanatici talebani reprimono oggi con meno efficienza gli stupri ai danni di donne e bambini, che da quando i talebani sono caduti si sono moltiplicati. Dovremmo quindi difendere Babaji?
Io, come nemico della pena di morte in ogni caso, non ho dubbi: certo che sì. Nessuno merita la pena di morte, neppure un assassino. Neppure Hitler. I diritti umani, fra cui quello alla vita, sono inalienabili. Non si “meritano”; si hanno. Si hanno in quanto esseri umani, non in quanto bravi cittadini rispettosi degli altri. E nessuno può perdere il diritto alla vita. Chi giustizia un assassino, è un assassino. Ma in questa disputa come se la cavano coloro che hanno detto che i pedofili vanno uccisi? Sarà interessante saperlo. Perché se gli islamici condanneranno Babaji a morte, allora sarà evidente che la nostra difesa della vita delle varie Amine dipende non dalla “barbarie” intrinseca della condanna inflitta, ma solo da una diversa valutazione di chi meriti o non meriti la pena di morte: una valutazione che varia di Stato in Stato, e che non ha nulla di “universale”. In altre parole, dimostreremo che con Amina abbiamo interferito non in nome di un principio universale, valido per ogni popolo e cultura e morale, ma in base alla nostra morale personale e particolare, che al solito noi vogliamo imporre al Terzo Mondo. Sarà quindi facile agli islamisti dimostrare che è giusto resistere alle pressioni, per i prossimi casi Amina. Ma se gli islamici fossero costretti da una nuova campagna internazionale a salvare Babaji, allora diverremo tutti i paladini dei pedofili. E voi che leggete sentite una gran voglia di diventarlo?
Io, accusato troppo spesso di essere troppo intransigente, di non capire le ragioni della vita e della morale, di ragionare in base a schemi troppo rigidi, oggi voglio proprio vedere come se la caveranno gli alfieri della morale elastica, non rigida, adattabile, accomodabile, sempre pronta a compromessi con la controparte, agli inciuci di tutti i tipi: quella del “buonismo” di sinistra, per intenderci, che insegue la destra sul suo terreno e fa concorrenza ai cattolici ogni volta che si parla di morale. A costoro lancio la palla e chiedo: voi che ne capite sempre più di me, ditemi: Babaji deve morire? Per firmare la petizione online in favore di Babaji, clicca qui.

di Giovanni Dall’Orto

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