Nel 2018, Arcigay ha portato avanti un progetto europeo chiamato Accept per individuare la discriminazione e l’odio omotransfobico che viene diffuso tramite i social network. L’analisi spiega che alcune determinate parole, utilizzate in certi temi e contesti, possono appunto discriminare o riversare odio su una persona o una comunità, come quella LGBT. Da qui si arriva dunque a quei testi o quelle frasi che comunemente si definiscono aggressioni verbali, e che talvolta sono peggio di un’aggressione fisica. I risultati sono stati poi inseriti in un video per la campagna #nonfaridere.
Il progetto, utilizzando uno strumento messo a disposizione dalla fondazione Bruno Kessler, ha analizzato su Twitter un campione di post dedicati alla comunità LGBT. I testi sono stati classificati come positivi, negativi o ambigui, a seconda di quanto veniva scritto. Una volta suddivisi in queste 3 sezioni, si sono presi i termini più frequenti, suddividendoli a loro volta nelle 3 categorie. Non si tratta solamente di post offensivi, dove l’insulto è palese. Quelli difatti si possono riconoscere immediatamente. Il problema sopraggiunge quando la possibile offesa viene indicata utilizzando termini ambigui, dove la discriminazione è sotto forma di ironia.
#Nonfaridere, la campagna di Arcigay contro la discriminazione sulle “battute” omofobe in rete
I termini più utilizzati nella categoria negativa sono:
- follia
- ricch*one
- natura
- ribrezzo
- pedofilo
- ideologia
Tutti termini che si sentono dire dagli omofobi di professione, che associano l’omosessualità alla pedofilia, o che parlano di ideologia gender, o che ancora non si risparmiano di definire con termini offensivi una persona gay. Curiosi anche i termini inseriti nella categoria “ambigui”:
- privilegio
- opinione
- eterofobia
- scherzo
Per questi, sarebbe importante leggere l’intero testo per capire se si tratta di una discriminazione o odio verso la comunità LGBT o al contrario verso l’omofobia. E’ ad esempio facile inserire la frase scherzo della natura, così come condannare l’omosessualità parlando di eterofobia, da parte di chi è contro il riconoscimento dei diritti civili.
Arcigay ha creato un video dove alcune persone leggono la “top 5” dei post più offensivi. Ascoltandoli, è facile trovare i termini che anche lo strumento ha individuato nella sua analisi.