È l’uomo più ricco del mondo, ha 50 anni, ha chiamato suo figlio X Æ A-XII e vorrebbe comprarsi tutto Twitter, ridando fiato ai cinguettii di Donald Trump. Proprio qui, su Twitter, Elon Musk provoca, diffonde i suoi soliti roboanti annunci privi di reale contenuto, occhieggia al partito repubblicano, gioca a fare il bastian contrario. E alla vigilia del Pride Month, che ha inizio proprio oggi, 1 giugno, ha sfottuto la comunità LGBTQ+ con un meme presto diventato virale.
Un meme in cui si vede un uomo urlare al cospetto di un tornado, che porta con sè alcune icone delle principali piattaforme social, colorate con la bandiera arcobaleno. “Sta arrivando“, urla l’uomo in riferimento al Pride Month, così deriso ed etichettato come pure e semplice marketing aziendale. In poche ore sono arrivate 90.711 retweet, 851.686 mi piace e una quantità infinita di commenti. Peccato che solo nel 2018 lo stesso Musk celebrava il Pride Month in nome di Tesla, sempre su Twitter, sottolineando come la sua azienda avesse ottenuto “un punteggio di 100/100 per il rispetto dei diritti della comunità Lgbtq+ per quattro anni consecutivi”, ribadendo come “le persone dovrebbero essere libere di vivere la propria vita dove le porta il cuore”, con tanto di cuoricini colorati a traino.
Ma nel 2018 Elon Musk non aveva la forza mediatica, il potere e soprattutto i soldi di oggi. Negli ultimi mesi l’imprenditore sudafricano si è pesantemente avvicinato al partito repubblicano, annunciando di voler votare per la destra alle elezioni di Midterm. E se è vero come è vero che molte aziende con l’arrivo di giugno fanno sfacciato rainbow washing, è innegabile che la popolarità social del Pride Month ha contribuito a dare visibilità ad un’intera comunità, dando forza e sostanza a battaglie sui diritti civili che in caso contrario raramente avrebbero fatto breccia tra i media mainstream. Il Pride Month è il mese delle rivendicazioni, delle sfilate in strada, della rappresentanza dura e pura, il mese dell’Orgoglio LGBTQ+ che prese forma la notte fra il 27 e il 28 giugno del 1969 in un bar di New York.
Ridurre il tutto ad uno sfottò, soprattutto se a farlo è un uomo da 100 milioni di follower e da 218,1 miliardi di dollari in banca, è decisamente infantile.
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