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Erede di Walt Disney fa coming out come uomo trans e chiede scusa per non aver fatto di più contro la “Don’t Say Gay”

L’annuncio di Charlee Corra Disney.

Erede di Walt Disney fa coming out come uomo trans e chiede scusa per non aver fatto di più contro la "Don't Say Gay" - Disney Pride - Gay.it
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Charlee Corra Disney, figlio di Roy P Disney, pronipote di Walt Disney e co-fondatore di Walt Disney Co nonché erede dell’infinita fortuna Disney, ha fatto coming out come uomo trans, scusandosi ufficialmente per non aver fatto di più contro il disegno di legge di Don’t Say Gay appena approvato in Florida.

Nel corso dello Human Rights Campaign Annual Gala, Roy ha promesso 500.000 dollari per Human Rights Campaign, ovvero il più importante gruppo statunitense in difesa dei diritti LGBTQ. Il mese scorso la Disney ha subito un iniziale contraccolpo dinanzi all’approvazione della cosiddetta “Don’t Say Gay Law“, perché erano emersi finanziamenti da parte dello studios nei confronti di esponenti repubblicani favorevoli alla legge. La major ha presto chiesto scusa, donato 5 milioni ad associazioni LGBTQ+ e promesso di battagliare affinché la contestatissima legge transfobica sia abrogata.

Intervistato dal Los Angeles Times, Charlee ha rivelato: “Sento di non aver fatto molto per aiutare. Sentivo che potessi fare di più“. Quel ‘più’ si è fatto coming out pubblico. Il giovane ha con il tempo notato di non avere avuto modelli tv o cinematografici a cui fare riferimento, vista l’inesistenza di personaggi trans o non binari. Forse anche per questo motivo nei giorni scorsi la Disney ha annunciato che la metà dei suoi personaggi tv e cinematografici da qui ad un anno farà ora riferimento a minoranze, vedi comunità queer e persone di colore.

Secondo uno studio del 2019 di Oxford Economics, la Disney ha un impatto economico annuale di 75,2 miliardi di dollari nella Florida centrale, pagando la bellezza di 5,8 miliardi di dollari di entrate fiscali statali aggiuntive, con 463.000 persone impiegate all’interno del ricco Stato. Il Walt Disney World Resort comprende quattro parchi a tema – Magic Kingdom, EPCOT, Hollywood Studios e Animal Kingdom – oltre a due parchi acquatici, dozzine di hotel e numerosi ristoranti.

L’attacco della Disney al governatore della Florida Ron DeSantis, che ha difeso e firmato il disegno di legge al grido “non mi interessa quello che dice Hollywood, non mi interessa quello che dicono le grandi corporation, io sono qui e non mi tiro indietro“, è stato  anche per questo motivo senza precedenti. 

In poche settimane la “Don’t Say Gay Law” ha unito sotto un’unica bandiera dipendenti, collaboratori, creativi, attori, registi e dirigenti Disney, tutti insieme appassionatamente contrari alla legge. Il coming out di Charlee come uomo trans non fa altro che rendere ancora più combattuta la guerra nei confronti di una legge  che dal 1 luglio vieterà “la discussione sull’orientamento sessuale o l’identità di genere nelle classi elementari dello Stato“.

 

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