USA, ieri sera 28 Marzo 2022 il Governatore dello stato della Florida Ron DeSantis, repubblicano trumpiano, ha firmato il disegno di legge nominato “Don’t say gay” che limita nelle scuole “la discussione in aula su orientamento sessuale e identità di genere nelle classi primarie o in un modo non appropriato all’età o allo sviluppo per gli studenti“.
Proprio l’altro ieri, durante la cerimonia di premiazione degli Oscar, a Los Angeles le presentatrici della serata Amy Schumer, Regina Hall e Wanda Sykes avevano criticato il disegno di legge.
Qualche giorno fa il governatore DeSantis aveva rifiutato la vittoria della nuotatrice Lia Thomas nel campionato nazionale NCAA Division, perché “atleta trans”.
Le associazione LGBTQ+ americane temono che la legge possa limitare completamente ogni discussione o lezione su identità, storia della comunità e storia dell’oppressione che le persone LGBTQ+ hanno dovuto affrontare nei secoli e che ancora oggi affrontano.
Il soprannome “Don’t say gay” è volutamente controverso e risuona infatti come un divieto assordante e inconcepibile nella cultura liberale americana, nella quale qualsiasi divieto di dire qualcosa è percepito in contrasto con lo spirito della costituzione.
Secondo la legge, qualora i genitori si accorgessero che durante le lezioni i propri figli siano stati educati a principi che violano i divieti imposti dal “Don’t say gay”, potranno citare in giudizio i distretti scolastici (equivalenti ai nostri provveditorati agli studi).
Il Governatore ha firmato il controverso “Don’t say gay”, presentato già lo scorso febbraio (qui vi abbiamo spiegato che qualcosa di analogo sta accadendo anche in Texas), durante una cerimonia che lo ha visto circondato da bambini che sbandieravano cartelli con messaggi quali ‘proteggere i bambini, sostenere i genitori’.
“Non è appropriato in alcun luogo, figurarsi da noi in Florida“, ha così commentato durante la conferenza stampa lo stesso Rob DeSantis, strenuo sostenitore di Trump e potenziale futuro candidato repubblicano per la Casa Bianca qualora la candidatura di Donald dovesse arenarsi per motivi giudiziari.
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha risposto con fermezza all’iniziativa locale della Florida. Già lo scorso febbraio, proprio in risposta all’avanzata del disegno di legge in Florida, l’inquilino della Casa Bianca aveva mandato un commovente messaggio di accoglienza ai giovanissimi: “Ai bimbi LGBTQ+ dico che siete amati e accettati”.
Ieri Biden ha così dettato la linea di Washington – fino a quando i Democratici saranno alla Casa Bianca:
“Ogni studente merita di sentirsi sicuro e accolto in aula. Le giovani persone LGBTQI+ meritano di affermarsi e di essere accettate per ciò che sono. La mia amministrazione continuerà a combattere per la dignità e l’opportunità di ogni studente e famiglia, in Florida come in tutto il paese.”
La multinazionale Disney – recentemente finita sotto la bufera Pixar in seguito rientrata – ha emanato una nota di dura condanna: “Il nostro obiettivo come azienda è che questa legge venga abrogata dal legislatore o soppressa dai tribunali, e sosterremo le organizzazioni nazionali e statali che lavoreranno per raggiungerlo“.
Il tema divide gli Stati Uniti, paese sempre più spaccato dalla destra trumpiana che si è ormai impossessata del Partito Repubblicano, oscurando i grandi ideali liberali che un tempo lo ispiravano.
Secondo Human Rights Campaign, negli Stati Uniti sono attualmente in corso più di 300 proposte di legge anti-LGBTQ+, alcune delle quali sono simili alla legislazione “Don’t Say Gay” della Florida. Su Gay.it qualche giorno fa abbiamo pubblicato il drammatico resoconto di un paese che sta vivendo nel suo cuore il risveglio delle sue peggiori pulsioni d’odio: ecco tutti gli Stati Americani in cui sono in corso dibattiti e proposte di legge anti-LGBTQ+ >
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.