Una domenica nera in pista, ma arcobaleno nell’anima. Gran Premio di Baku disastroso per la Ferrari, in Azerbaijan, partita ancora una volta in pole position ma costretta a ben due ritiri per guasti meccanici. Prima Carlos Sainz, poi Charles Leclerc, con la Red Bull di Max Verstappen e Sergio Pérez ufficialmente in fuga sia nella classifica costruttori che in quella piloti.
Ma a Baku, capitale di un Paese fortemente omotransfobico, la scuderia di Maranello ha gareggiato con una novità assoluta sul proprio alettone, ovvero un hashtag arcobaleno, #essereFerrari, per dimostrare il proprio sostegno alla comunità LGBTQ+ nel Pride Month.
Per tutto giugno, a cominciare dalla gara di ieri, l’hashtag #essereFerrari sulle vetture e sui caschi dei piloti avrà i colori dell’arcobaleno per “celebrare questo importante momento e aumentare la consapevolezza sulla diversità e promuovere l’inclusione di ogni genere e orientamento sessuale”, fa sapere la scuderia, che può con orgoglio vantare il marchio più famoso al mondo. “La Diversity & Inclusion è da tempo parte dell’etica Ferrari e tutta la squadra è orgogliosa di supportare questa iniziativa”.
Nei giorni scorsi Sebastian Vettel, ex pilota della mitica Rossa, è tornato a parlare proprio di omofobia nel mondo della Formula 1, sottolineando come il circus sia finalmente pronto ad un pilota dichiaratamente queer.