Come ogni prima domenica del mese di maggio, il 10 è il giorno della festa della mamma. E per l’occasione abbiamo intervistato una mamma molto speciale, Marilena Grassadonia.
Una breve intervista alla nostra Marilena, su cosa voglia dire essere mamma, e le difficoltà nell’avere una famiglia arcobaleno, quando non ci sono diritti.
Che emozione si prova la prima volta ad essere chiamata “mamma”?
Le emozioni cominciano nel momento in cui decidi di mettere al mondo un figlio e poi continuano senza sosta: al primo vagito, all’istante in cui lo tieni finalmente tra le braccia, alla prima lallazione.
Cosa significa essere mamma in una famiglia arcobaleno, in un Paese dove queste famiglie non hanno nessuna tutela?
Decidere di diventare genitore per una donna lesbica in Italia è un percorso complesso che tocca sia la sfera personale e intima che la sfera pubblica e politica. E’ un percorso fatto con la consapevolezza di essere trasparente agli occhi dello Stato. Ma con la stessa consapevolezza che la visibilità è l’arma più potente che abbiamo per abbattere pregiudizi e vedere riconosciuti i nostri diritti. Essere costretta ad andare all’estero per diventare genitore (sia da donna single, etero o lesbica, che da lesbica in coppia) e poi non essere tutelate nel proprio paese, è qualcosa che non dovrebbe accadere in un paese come l’Italia che si considera democratico e civile.
Quali sono le preoccupazione di una mamma, quando non si vedono riconosciuti i propri diritti?
Le preoccupazioni maggiori sono per i nostri figli e le nostre figlie. Sapere di non poterli/e tutelare nei loro affetti e nelle loro necessità, è una cosa che farebbe impazzire qualsiasi genitore responsabile. Chiedo alla politica di assumersi la responsabilità di dare a tutti i bambini e le bambine di questo paese gli stessi diritti e di “inchiodare” noi genitori ai nostri doveri e alle nostre responsabilità.
Cosa consigli a una coppia di ragazze che ha deciso di mettere su famiglia?
Di riflettere, approfondire, conoscere lesbiche che hanno già fatto quel percorso, pensarci bene e poi andare avanti con coraggio e determinazione assaporando ogni istante di quella che sarà una esperienza unica, indimenticabile e da raccontare dal primo istante della loro vita, ai propri figli e alle proprie figlie.
Tu e la tua ex moglie Laura siete andate in Spagna per diventare madri e poi avete vissuto in Italia con i vostri bambini. Hai mai avuto la tentazione di lasciare l’Italia, per andare in un Paese dove anche le famiglia LGBT sono tutelate?
Personalmente non ho mai pensato di andare a vivere in un posto lontano da qui. Io e Laura abbiamo sempre vissuto in Italia e da cittadine italiane abbiamo deciso di diventare madri. Io resto qui e continuo a lottare affinché il mio Paese tuteli le nostre famiglie riconoscendoci diritti veri e pieni, senza sconti o compromessi.
Avete mai sperimentato discriminazioni, solo per essere mamme in una coppia lesbica?
La discriminazione comincia nel momento in cui sei costretta ad andare all’estero per diventare madre, continua quando non puoi riconoscere legalmente tuo figlio solo perché non lo hai partorito, quando hai bisogno di una delega per prenderlo a scuola, quando non sai se potrai stare accanto a lui in un letto d’ospedale, o quando da madre separata potresti non vederlo più perché le leggi di questo Stato non inchiodano entrambe le mamme alle loro rispettive responsabilità.
E per oggi, buona Festa della Mamma, a tutte le mamme d’Italia!
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.