Da Torino giunge una storia di bullismo omobitransfobico messo in atto da madre e padre verso il proprio figlio.
Carlo aveva 13 anni quando i suoi genitori iniziano a umiliarlo per il suo modo di essere. Il ragazzo scrive alcune cose di sé sulle pagine di un diario segreto: a Carlo piace vestirsi da donna, è attratto dai ragazzi. E questo è imperdonabile agli occhi di papà e mamma, che lo incolpano di essere “degenere”.
Così la pm Giulia Rizzo è riuscita ad aprire le indagini, fino ad accusare il padre di maltrattamenti e la madre di non essersi opposta. I genitori del ragazzo si sono difesi spiegando che si trattava di raccomandazioni volte a tutelare il ragazzo da possibili atti di bullismo.
Tra il 2020 e il 2022 i genitori di Carlo accusano il figlio di fare “cose da femminucce” come mettersi lo smalto sulle unghie, lo intimano con frasi del tipo “Tu devi essere uomo“. Gli impongono di convertirsi a una stile di vita di “maschio che fa cose da maschio e che si veste da maschio“.
Secondo quanto riportato da La Stampa, il padre di Carlo ha costretto suo figlio ad andare in palestra, a seguire un corso di boxe e finanche a frequentare un’amica. Il padre di Carlo ha spinto suo figlio a baciare la sua amica. Perché, secondo quanto raccontato da Carlo alla Procura, il padre ritiene che quello che fanno gli “uomini veri” è “sedurre le donne“.
Carlo si è sentito dire da suo padre quanto segue:
“Figlio degenere”
“Il tuo corpo fa schifo”
“Sembri una donna”
“Abbassati i pantaloni e dimostrami che sei un uomo vero”
Per i suoi comportamenti, il padre è ora accusato di maltrattamenti. La madre di Carlo è accusata di non aver opposto resistenza agli atti omobitransfobici del padre verso suo figlio e di non aver protetto suo figlio.
L’indagine è partita dopo che Carlo si è aperto con la psicologa della sua scuola:
“I miei genitori mi insultano per come sono. Per quello che penso. Per quello che dico. Perché mi piacciono le ragazze, ma anche i ragazzi. Perché non sono come vogliono loro”
A quel punto la scuola segnala il fatto alla Procura di Torino e la pm Giulia Rizzo apre l’indagine. Che dimostrerebbe che il ragazzo veniva puntualmente accusato di essere inadeguato e non conforme, anche per rimproveri di normale quotidianità adolescenziale, come arrivare in ritardo a scuola o andarsene a zonzo in bici o prendere un brutto voto o giocare ai videogame di notte. “Fai schifo, sii uomo” si sentiva ogni volta ripetere Carlo.
Il ragazzo è stato allontanato da padre e madre. Carlo ha oggi 16 anni e risiede in una comunità di accoglienza per ragazzi allontanati dalla famiglia.
Sulla vicenda non è mancato l’intervento via Twitter di Mario Adinolfi. L’esponente degli integralisti cattolici, Presidente de “Il Popolo della Famiglia”, già escluso dal Parlamento per mancanza di voti insieme a Simone Pillon, ha commentato con astio la decisione della Procura:
“Attenti a questa storia – ha scritto Adinolgi – se tuo figlio a 13 anni fa il gender fluid come gli ha insegnato Achille Lauro a Sanremo e tu da papà non lo assecondi e da mamma non lo porti ai gay pride, arriva la psicologa della scuola, ti segnala e il figlio te lo tolgono. È un mondo di matti ormai.”
Attenti a questa storia: se tuo figlio a 13 anni fa il gender fluid come gli ha insegnato Achille Lauro a Sanremo e tu da papà non lo assecondi e da mamma non lo porti ai gay pride, arriva la psicologa della scuola, ti segnala e il figlio te lo tolgono. È un mondo di matti ormai. pic.twitter.com/PRmJoWpRIt
— Mario Adinolfi (@marioadinolfi) January 24, 2023
Soltanto qualche settimana fa a Milano una condanna per episodi assimilabili alla storia di Carlo: i genitori sono stati al carcere per aver picchiato il figlio 15enne dopo che questi aveva fatto coming out come persona gay.
Foto di Gioele Fazzeri su Unsplash
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